a “Un incontro in parete: da
internet alla realtà”
di
Gabriele Villa
In occasione del compleanno di Franz
Pompoli, eravamo nel giugno del 2004, ci fu il ritrovo a Malga Sorgazza
e in quel giorno convennero in tanti ai festeggiamenti arrivando da
varie direzioni.
Alla mattina andammo a legna nel bosco e dopo il pranzo all’aperto (era
una tavolata di una trentina di persone) tagliammo e impilammo la legna
raccolta per rimpolpare le scorte di Mauri in vista del lungo e freddo
inverno, il primo della sua gestione che avrebbe trascorso in malga.
Venne anche Roberto Avanzini a quell’appuntamento, anche se non a
pranzo, e così ci conobbe tutti (e noi conoscemmo lui) di persona dopo
esserci conosciuti virtualmente scrivendo e leggendo le pagine web di
intraigiarùn, e lui scrisse in seguito
un simpaticissimo racconto dal titolo “Da internet
alla realtà” nel quale coglieva con ironia le sensazioni
legate al fatto di dare un volto a persone conosciute fino ad allora
soltanto in maniera virtuale, vedendole di persona, nella “realtà”, per
l’appunto.
Quel racconto mi torna alla mente ogni volta che mi capita di incontrare
persone non conosciute e sono loro a riconoscere me attraverso le pagine
lette e le fotografie viste su intraigiarùn.
Così era successo con Stefano Rova nel giugno
del 2007 a Pian Fiacconi in Marmolada, così è tornato a
succedere a fine luglio e questa volta addirittura in parete, mentre si
stava arrampicando e, del resto, quale luogo migliore dal momento che
intraigiarùn è un sito di racconti di montagna?
Siamo al terzo giorno di vacanza e dopo due giorni di arrampicata in cui
ho fatto io da capocordata,
è Stefano Toninel a tirare la cordata lungo la via che sale nel canale a
destra della Ardizzon al Trapezio del Piccolo Lagazuoi. Abbiamo scelto
questo itinerario perché non è difficile, tutto da proteggere e presenta
un’arrampicata abbastanza varia alternando paretine di buona roccia, a
camini da superare in bella spaccata.
Siamo al terzo tiro della via e lui ha già salito il camino che porta
nel terrazzetto dove scende la corda doppia di chi rientra dalle vie del
Trapezio utilizzando la prima cengia (quella più bassa).
Mentre sto salendo a mia volta e mi sto avvicinando al terrazzo della
sosta, sento qualcuno che dall’alto chiede a Stefano se le corde che ha
lanciato per la doppia arrivano a toccare terra.
Quando arrivo alla sosta il ragazzo della doppia è già sceso e sta
togliendo il discensore dalle corde.
Vedo che mi guarda attentamente e poi dice che gli pare di conoscermi,
mi chiede se sono di Verona ed io gli rispondo di no, che sono di
Ferrara.
Lui di rimando mi chiede allora come mi chiamo ed il gli dico nome e
cognome.
Lo vedo aprire un sorriso divertito e poi dice con decisione: “Gabriele
Villa? …intraigiarùn!”.
Ecco dove mi ha visto, nelle foto del sito e la sorpresa è
piacevolissima, sia da parte mia che da parte di Stefano, che ridendo
divertito bofonchia: “Con intraigiarùn sei diventato popolare”.
“Un lettore di intraigiarùn… incontrato qui, in parete, grande! …
Foto… Foto…” – dico a Stefano, portandomi a fianco del ragazzo a cui
chiedo il nome.
Piergiorgio Lovati si chiama, abita nel milanese e mi parla del sito che
gestiva con un amico e che ora hanno dovuto chiudere per mancanza di
tempo da dedicare, ricorda qualcuno dei racconti letti su intraigiarùn,
“molto belli quelli dell’inizio”, e che ora “non aggiornate da
tempo”.
Gli spiego che ora, in effetti, pubblichiamo più spesso delle news e dei
commenti, ma che comunque di racconti ne abbiamo ancora in serbo e
riprenderemo ad inserirli presto.
Intanto è sceso anche l’amico e lo chiamiamo per la foto mentre stiamo
ancora parlando di “intraigiarùn” e lui chiede che cos’è, dimostrando
palesemente di non conosce il sito, sicché, di comune accordo e
d’autorità, decidiamo di escluderlo dalla foto che Stefano prontamente
scatta.
Parliamo ancora un po’ mentre noi piantiamo i chiodi per la sosta e loro
ritirano la corda e alla fine ci salutiamo, non prima di avere scambiato
l’intenzione di metterci in contatto via mail.
Sarà Piergiorgio a scrivere alla Redazione e dopo io gli manderò la foto
scattata da Stefano.
Dopo di che ci salutiamo, loro scendono e noi riprendiamo a salire.
Ed il caso a volte è proprio strano perché ci rivediamo il sei agosto,
esattamente sei giorni dopo, alla partenza della seggiovia di Fedare, in
zona Passo Giau e questa volta sono io (che sto andando ad arrampicare
con Stefano e Leo) a riconoscere lui che sta andando all’Averau con due
amici a sua volta ad arrampicare.
Gli dico della sua mail che non è arrivata e lui mi assicura di averla
inviata, così mi dà il suo biglietto da visita, ma confermandomi che mi
scriverà nuovamente.
Dieci giorni dopo il contatto stavolta si innesca e ci scambiamo alcune
mail.
Si sa che da cosa nasce cosa, così non si parla della foto da inviare,
quanto ad ampio raggio delle esperienze fatte con i rispettivi siti
internet, di idee che si scoprono in parte condivise, di progetti dai
molti tratti comuni nelle rispettive intenzioni e finalità.
Si affaccia così l’idea di una possibile collaborazione a livello
“editoriale” e ipotizziamo anche la possibilità di unire le forze per
realizzare insieme un’idea che in gran parte condividiamo.
Tutto al momento è ancora a livello di buone intenzioni, ma viene il
sospetto che quell’incontro in parete, così casuale e fortuito, potrebbe
portare a qualcosa di concreto ed assai interessante.
Chissà che tutto ciò, una volta di più, non passi da internet …alla
realtà.
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