Da internet alla realtà
di Roberto Avanzini
Quando
visiti i siti di alpinismo (o comunque i siti in genere), leggi i racconti
e magari vedi i protagonisti degli stessi nelle foto ti fai la tua
immagine della realtà. Adesso, non starò certo a sbrodolare sulla realtà
virtuale che sostituisce il mondo concreto o cose simili, ma è
senz’altro vero che ti rimane comunque il dubbio, o magari la curiosità,
di come siano veramente queste persone.
Per questo quando ho saputo che Maurizio Caleffi e Carla si erano
trasferiti a Malga Sorgazza, nel gruppo di Cima Asta, per gestire una
baita-ristorante posta in mezzo ad una bellissima conca, sono partito
incuriosito di vedere in carne ed ossa uno che fino ad
allora avevo visto scomposto in qualche milione di pixel (per altro
mi si formava sempre un po’ di brina sullo schermo, infatti in tutte le
foto era appeso a qualche ghiacciolo lungo centro metri).
Parcheggiata la macchina a distanza di sicurezza (per l’appunto non si
sa mai chi sia veramente 'sta gente) mi avvicino cautamente alla malga, ma
subito il passo mi viene sbarrato da un rude uomo che gentilmente mi
saluta con un accento non proprio trentino.
Divertito dalla situazione non mi paleso subito, ma penetro nella tana del
lupo (ovvero la malga) con una scusa, ma lui subito sbarra la porta
d’uscita con un grosso gatto grigio e io mi ritrovo come Ulisse nella
caverna del Ciclope!
Non possedendo l’astuzia dell’antico eroe non mi resta che presentarmi
e spiegare che sono l’autore di alcuni raccontini di Intraigiarùn. Lui
invece che inserirmi nel menù del pranzo mi fa un sacco di feste e mi
presenta Carla, cuoca provetta e simpaticissima altra ferrarese (a parer
mio Maurizio voleva mettermi in pentola ma Carla, con occhio esperto, mi
ha trovato troppo magro e buono forse per fare il brodo).
Incoraggiato dal primo incontro e invitato da Maurizio per la domenica
dopo al compleanno di Francesco Pompoli (si proprio lui, il curatore del
sito, che emozione!) decido di ritentare la sorte e ripresentarmi per
conoscere tutti gli altri ferraresi virtuali. Ma dal momento che la
prudenza non è mai troppa mi porto anche Linda, che da bolognese
originaria, sia pur trentinizzata, mi faccia da interprete e mi renda
edotto sulle usanze di queste strani popoli migranti.
Anche questa volta per prudenza adotto un basso profilo e gli studio prima
da lungi.
Percorrendo la strada forestale per l’alta Val Malene vedo da lontano un
tipo con pizzetto brizzolato che scende baldanzoso in compagnia di altri
forestieri. E’ lui, il nume tutelare del sito, Francesco! Gli auguro
buon compleanno e scappo di corsa, infatti, devo ammettere che sono stato
colto da improvvisa timidezza. Questo è un altro aspetto che non avevo
considerato, infatti è molto diverso rapportarsi via e-mail
o rapportarsi concretamente, non sai se dare per scontata una certa
conoscenza, sia pur epistolare, oppure iniziare tutto da capo.
Dopo una passeggiata su prati appena liberati dalla neve in mezzo ad un
paesaggio che si stava scrollando di dosso le tracce di un bellissimo e
bianchissimo inverno, ritorno alla malga e subito mi imbatto in Gabriele
Villa, l’autore di alcune tra le più belle storie di montagna che
girano sul web. Anche qui, forse intimorito dal fatto che aveva commentato
alcuni miei racconti, non riesco a dire più di tanto, colto dalla
sindrome dell’allievo davanti al professore. Infatti lui aveva
un’espressione molto seria, ma forse perché mi stava tenendo i tronchi
mentre li tagliavo con la motosega.
Il fiero cipiglio era probabilmente dovuto alle sue riflessioni interiori
sul fatto che con una mano di meno non sarebbe stato facile battere sulla
tastiera, più che alla severità nei confronti delle mie produzioni
letterarie?
Il dubbio mi permane, anche perché appena arriva un altro ospite gli cede
il posto con una sollecitudine sospetta. Quest’ultimo pagherà caramente
la sua disponibilità di reggi tronchi con una autentica e continua
annaffiatura di olio della motosega; penso che arrivato a casa avrà
trafitto la mia immagine in un oscuro rito vudù e inviatomi tante di
quelle parolacce che… Lo consoli sapere che anch’io ho dovuto buttare
un paio di pantaloni ben conditi e che almeno la motosega non ha grippato.
Ho poi visto il famoso Michele Scuccimarra, che spesso si incontra sulla
cronaca alpinistica, ma non ho potuto avvicinarmi più di tanto perché
stava spaccando ceppi con la scure con ampi gesti circolari, forse troppo
ampi, infatti dopo un po’ ho cominciato a tirargli la legna da tagliare
stando mooolto lontano.
Alla fine ho gustato la meravigliosa torta di Carla e ho tratto le
seguenti conclusioni:
1-
Meglio dal vivo che sul web, infatti sulle foto sembrano tutti
molto seri e severi, sarà l’effetto della lotta con l’Alpe.
2-
Sono stati tutti gentilissimi e simpatici, anche se non verrò mai
ad arrampicare con loro, sono troppo bravi!
3-
Andate a mangiare da Carla e Maurizio, se era tutto buono come la
torta, mi sono perso uno squisito pranzo di compleanno.
Roberto
Avanzini
Giugno
2004
|