La via
Wiessner-Kees allo spigolo Ovest del Sass d'Ortiga
a cura di Gabriele
Villa
su testi di Raffaele Amadelli
Se
dicessimo ad un escursionista "Via Wiessner-Kees allo spigolo ovest
del Sass d'Ortiga" è molto probabile che ci risponderebbe con un "Beh,
e allora?", o magari, focalizzando l'attenzione sul nome della
montagna, potrebbe affermare "Il Sass d'Ortiga in Val Canali? Bella
montagna".
Se
facciamo però la stessa domanda ad un alpinista o scalatore che dir si
voglia è altrettanto probabile che, almeno otto su dieci, ci
risponderebbe con un largo sorriso e un'esclamazione "Gran bella via!".
Questo
per dire che il Sass d'Ortiga non può sfuggire all'occhio attento
dell'escursionista, come la via del suo spigolo ovest non può sfuggire
alle brame di un buon arrampicatore, né mancare nel suo carnet di
scalate.
Il
Sass d'Ortiga è alto 2.634 metri e così viene descritto nella guida
alpinistica della Val Canali, edita da Ghedina & Tassotti Editori e
firmata da Ludovico Cappellari e Renzo Timillero (Terza edizione 1991):
"Bella
e ardita cima, sorge fra Forcella delle Mughe e la Forcella di
Sant'Anna, protende verso Ovest un affilato spigolo e domina il Vallon
delle Mughe con la sua levigata parete Sud Ovest. Con la Cima dei Lastei
e la Cima del Coro circoscrive e caratterizza l'alta Val Canali. Trae il
nome dalla sottostante Casèra".
La via di arrampicata dello spigolo ovest, sulla stessa guida, viene
sinteticamente presentata in questo modo:
"Bellissimo
itinerario, paragonabile allo Spigolo del Velo per l'eleganza dei
passaggi e la solidità della roccia".
Inquadrato lo scenario del nostro racconto, lasciamo parlare Raffaele
Amadelli che assieme a Giordano Bertelli e ad Antonio Bui ha ripetuto la
via il 3 ottobre del 2010.
Ciao da Raffaele a tutti gli appassionati d’alpinismo.
Reduci dalla
salita, vado a relazionarvi sulla splendida esperienza condivisa con gli
amici Antonio e Giordano.


Siamo partiti sabato 2 ottobre 2010 nel primo pomeriggio con destinazione Val
Canali, ove abbiamo lasciato l’auto e siamo saliti con tutto
“l’armamentario” al Rifugio Treviso, fortunatamente ancora aperto
(ultimo week end!), per il pernottamento.
Al mattino sveglia all’alba (veramente era piena notte!!), colazione,
preparazione e partenza alle ore 6.40, avvolti ancora dalle tenebre!
Direzione Forcella delle Mughe, raggiunta, dopo una bella “sfacchinata”
alle ore 8.00, per poi prendere l’evidente sentiero a sinistra (diritto si va
per la “normale”, ma noi non lo siamo, quindi….) e poi ad una marcata
cengia, che si segue, anche con l’ ausilio di un cavo metallico, fino al
largo canale che conduce alla forcella ove si attacca la via, dopo circa
40 minuti. Attacco ore 9.00.
L’ attacco si trova due o tre metri prima della forcella con il masso
incastrato, in corrispondenza di una freccia rossa che indica il
sentiero di discesa (ovvero quello da cui si arriva) e delle lettere WK
(microscopiche) impresse sulla roccia dal gestore del rifugio Treviso.
Non starò ad annoiarvi con la “relazione” della salita, che si può
trovare ovunque, ma solo fornendovi qualche eventuale “suggerimento”.
La roccia è veramente fantastica, si può proteggere bene grazie a
clessidre e spuntoni (inutili i chiodi) e la salita bellissima; le soste corrispondono alle relazioni (solo la 3 si può fare a piacere
su spuntoni) e la via di salita non è quasi mai obbligata.


Solo un’ indicazione per il tiro 5 (dalla sommità del dente), dopo pochi
metri dritti in parete (10 circa), si trovano 3 chiodi ravvicinati, a)
sosta (scomoda la sconsiglio), b) si traversa a destra per poi ritornare sul
filo dello spigolo a sinistra (la corda “tira” troppo, non consigliabile), c)
si prosegue in verticale per la fessura fino alla nicchia dove si sosta,
un po’ più impegnativa ma soluzione migliore.


Giunti sulla sommità del pilastro, appare la parete del tiro chiave (9),
che vista da lì devo dire che fa un po’ “impressione”, anche perché
appariva bagnata.
Sinceramente un po’ dubbiosi su come proseguire, siamo scesi sul
sottostante enorme masso incastrato, assicurandoci alla sosta sotto la
parete, che da sotto appare più lavorata ed “attaccabile”, oltre ad
avere alcuni chiodi che danno più tranquillità.
Unico inconveniente il gran freddo, che toglieva sensibilità alle mani e
un copioso ed….allegro rivolo d’ acqua che scendeva dalla fessura da
scalare (grazie alla neve depositata sulla terrazza soprastante).
La partenza è impegnativa, ma la roccia è ottima e ben appigliata, quindi,
il “diavolo” alla fine non è poi così brutto come appare!!!
L’ultimo tiro (10) è “tranquillo” e permette di arrivare all’ante-cima,
mentre la vetta è raggiungibile comodamente in cresta.
Arrivo in cima alle ore 13.00, quindi in quattro ore per la via (in cordata da
tre).
Discesa per la via Normale, roccia friabile a tratti, (fare attenzione!!),
quindi forcella delle Mughe e Rifugio Treviso in circa due ore e mezza,
più altri quaranta minuti per scendere alla macchina nel parcheggio in Val
Canali.
Una bellissima, anche se faticosa, esperienza alpinistica a tutto
tondo!!!
P.S. Ci tenevo a fare questa esperienza (e l’ho proposta agli amici),
perchè nel 2009 sul Baffelàn, in Piccole Dolomiti, ho conosciuto un
“attempato” alpinista Vicentino (non so nemmeno il nome), che mi ha
detto, in modo davvero convincente, testualmente: “prima di invecchiare
e finire su una sedia a rotelle, devi andare a fare lo Spigolo Ovest del
Sass d’Ortiga, ogni buon alpinista deve farlo”.
Ora capisco cosa voleva
dire e rilancio questa “tesi” per chi legge queste righe.
Ciao a tutti.
Eccovi la relazione tecnica tratta dalla guida alpinistica della Val
Canali, Ghedina & Tassotti Editori, firmata da Ludovico Cappellari e
Renzo Timillero (Terza edizione 1991).
Lo
schizzo della via è tratto dal sito internet "Alpinismo e Arrampicate"
di Sergio Ramella.
Sass
d'Ortiga
Spigolo Ovest
Via H.
Kees e F. Wiessner, il 20 agosto 1928
Difficoltà: 4°, 4°+, dieci metri di 5°
Sviluppo: 300 metri circa
Dal
Rifugio Treviso con l'itinerario 12 alla Forcella delle Mughe e di
qui con l'itinerario 99 (via normale alla Pala del Rifugio) fino alla
forcellina fra Sass d'Ortiga e Punta del Rifugio (ore 2).
Si attacca qualche metro sotto la forcella, si segue per 40 metri un
caminetto obliquo verso sinistra fino ad una comoda cengia. Si traversa
qualche metro a sinistra dello spigolo (versante Nord) e si prosegue
direttamente per 80 metri su roccia magnifica (3°) fino a incontrare il
filo dello spigolo.
Si sale ancora direttamente e poi si obliqua leggermente verso destra
fino a prendere un caminetto che porta sopra un pilastro (4°). Da questo
punto si sale 30 metri diritti, sempre sul filo dello spigolo molto
verticale, fino a una nicchia roccia ottima, 2 chiodi). Si traversa due
metri a destra e si continua direttamente (sempre su roccia stupenda)
per altri 100 metri. Salendo ora sul filo dello spigolo, con difficoltà
minori, si giunge sopra ad un pilastro che poi si deve ridiscendere sul
versante opposto fino al grande masso incastrato visibile anche dal
basso.
Dal masso si supera direttamente una fessura superficiale fino ad una
comoda cengia (40 metri, 3 chiodi, 4°, 5°).
Obliquando a destra e poi direttamente con 40 metri si arriva
all'anticima. Per arrivare sulla cima principale si deve percorrere la
cresta in direzione Nord Est.