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Due "balle" che non vi dico. Il
meteo cambia, ma c’è un ma. Questo weekend non si può; sabato c’è la
festa di chiusura attività della Scuola con famigliari e pargoli, giochi
e intrattenimenti vari, domenica ho già fatto una promessa. Suona
il telefono. È Dario che conferma la sua presenza alla festa della Scuola
… due chiacchiere e una proposta: La
via non è estrema, non è cortissima, anzi, ma Dario è una sicurezza. Ha sempre arrampicato per se stesso, per puro divertimento creando linee mai forzate, sempre logiche e mai banali. É un piacere perché tutto pare facile e solare anche quando si sbaglia o si dimentica qualcosa di importante, come questa volta quando poco dopo essere partiti, ci accorgiamo di aver lasciato le corde (!) in macchina. Una risata e una veloce corsa all’auto risolve tutto. È un piacere perché Dario è sempre tranquillo, dà fiducia e mai fa pesare ad alcuno le sue capacità, il suo curriculum. Purtroppo in questi ultimi anni si è un po’ defilato, arrampica meno e partecipa meno anche all’attività della Scuola. Erica e Chiara crescono e fra poco di papà e mamma ….. ma arrampicare rimane una grande passione. A Sarche dove facciamo tappa per il solito caffè, un forte e fastidioso vento ci accoglie….. vento della Valle del Sarca che va a braccetto con il nome della via – Vinschgerwind, Vento della Val Venosta - che intendiamo ripetere. Ci
incamminiamo lungo la stradina di campagna che in poco tempo ci porterà
alla base della parete, sempre chiacchierando e ridendo; non è da me, ma
con Dario tutto sembra più facile e mi lascio andare alla spensieratezza. Il
tempo passa ma chi se ne accorge, poco dopo l’una siamo in cima stanchi
ma felici. E
domani … domani di nuovo al lavoro, ma con un altro spirito.
Valle
del Sarca
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