Corriere della Sera.
22/01/2010 Articolo di
Enrico Marcoz
Il «Mago del ghiaccio» travolto da
una valanga.
Luca Vuerich ha perso la vita sulle montagne al confine italo-sloveno.
Era considerato il Mago del ghiaccio per l'abilità
con cui riusciva a salire anche sui più piccoli ritagli di qualsiasi
terreno gelato, ma alle spalle aveva anche grande esperienza di alta
quota, con tanti chilometri di scalate ''nello zaino''.
Luca Vuerich, 34 anni, uno degli alpinisti di punta del panorama
nazionale, é morto oggi pomeriggio all'ospedale di Udine dove era
giunto in fin di vita dopo un incidente sopra Kranjska Gora, sul confine
tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia.
Mentre scalava una cascata di ghiaccio con un amico sloveno, verso le
11, é stato investito da una valanga che lo ha trascinato a valle lungo
un canalone.
Quando gli uomini del soccorso alpino di Cave del Predil lo hanno
recuperato per lui c'era ben poco da fare.
La morte é avvenuta poche ore dopo.
UNA VITA TRA LE VETTE
Nato e cresciuto a Tarvisio, compagno di cordata di Nives Meroi (la piu'
grande alpinista italiana e una delle top al mondo) e del marito Romano
Benet, Luca Vuerich ha consumato la sua vita in alta montagna.
A tre anni scalava già, a nove anni aveva salito
tutte le cime del Tarvisiano, a dieci anni aveva messo il piede su una
vetta di quasi 4.000 metri.
Una passione che, con il passare degli anni, lo ha portato in giro per
le Alpi (circa 600 salite con 30 vie nuove sulle Giulie) e poi fino in
Himalaya, dove ha collezionato cinque Ottomila (Broad Peak, Gasherbrum I
e II, Lhotse e Manaslu).
LA MEROI: «POTEVA SCALARE ANCHE SUL VETRO»
«Una tappa fondamentale e una fortuna per me - scriveva sul suo sito -
è
stato conoscere Romano e Nives, che nel 1993 non avevano ancora salito
nessun Ottomila, ma erano i più forti alpinisti della zona.
Eravamo ad una festa su un monte e il giorno dopo ero già sulle Dolomiti
con loro».
Nel libro a lei dedicato da Erri De Luca, «Sulla traccia di Nives»,
la Meroi evidenzia l'eccezionale capacità di Vuerich sul ghiaccio, «tanto
che potrebbe scalare anche sul vetro».
Sci (agonista fino a 17 anni), arrampicata, cascate di ghiaccio,
alpinismo, scialpinismo, tutto quello che era montagna per Luca Vuerich
era il "pane quotidiano".
Aveva persino scelto di diventare guida alpina ''per cercare di
trasmettere le sensazioni che si provano''.
E poi la valanga fatale a pochi chilometri da casa, proprio nelle
''sue'' montagne.
|