Scialpinismo a Cima Loschiesuoi

di Claudio Pra


Nella buona stagione il Cernera e i suoi dintorni li ho battuti quasi palmo a palmo.
Invece d’inverno, finora, mi era riuscita una salita alla cima principale in condizioni di innevamento scarso.
Erano però bastati una trentina di centimetri di neve per farmi capire (ma lo immaginavo benissimo) che sono comunque posti ostici da frequentare nella bianca stagione.

Scialpinisticamente parlando la vicina Cima Loschiesuoi, 2.623 metri, la considero la più logica da affrontare con gli sci. Logica ma per niente banale visti i ripidi pendii che propone.
In condizioni ottimali però, un buon scialpinista che va in cima si regala una grande avventura e una splendida sciata. Io non sono un buon scialpinista, ma ho valutato che probabilmente la discesa da Forcella Loschiesuoi sarei stato in grado di affrontarla. In cima sarei salito con ramponi e piccozza.

Così il tre aprile, all’alba, eccomi in marcia assieme all’amica Lorena.
Partiti un paio di chilometri sotto Passo Giau, lato Cortina, dove si parte anche per salire la Forcella Giau, porta d’ingresso al mondo fatato di Mondeval, dopo un chilometro lasciamo la traccia percorsa da innumerevoli appassionati, per dirigerci alla base del canalone che scende da Forcella Loschiesuoi.

La salita è subito ripida, ma si fa più pendente nel tratto mediano, dove siamo costretti a mettere i rampant, i ramponi degli sci. Più sopra troviamo dei blocchi ghiacciati, i resti di una slavina, che ci costringono a levarci gli sci tirando su dritto tra roccette affioranti.
Poco sotto la Forcella ancora i resti di una slavina, stavolta piuttosto grande, che è scesa dalla cima.
La neve pare bene assestata ma non è simpatico trovare questi distacchi.
Arrivati in forcella io lascio lì gli sci mentre Lorena decide di portarseli in spalla per tentare la discesa dalla vetta.

Dopo aver messo i ramponi ci inerpichiamo su per il ripidissimo pendìo, che molla un po’ sotto la cima ma poi riprende deciso. La pendenza credo possa essere sui 40° con tratti anche di 45°.

Con fatica arriviamo su, soddisfattissimi della nostra “impresa”. Qualche foto veloce, un po’ di tè caldo, la firma sul libro di vetta (dove troviamo solo altre due firme “invernali”) e poi giù.
Fa piuttosto caldo da giorni, meglio evitare che le condizioni della neve cambino, anche se il cielo grigiastro permette al Sole di filtrare appena.

Lorena ha valutato la discesa un po’ troppo ostica e gli sci rimangono appesi allo zaino.
In breve riguadagniamo la forcella da dove, con finalmente gli sci ai piedi, cominciamo la discesa valutando saggio cambiare itinerario. Non seguiremo la traccia di salita ma scenderemo a destra, dove le slavine hanno fatto meno danni. La prima parte è molto gratificante, con la neve portante che ci permette delle belle curve fluide.

Poi imbocchiamo un canale dove le solite slavine ci costringono a scendere lungamente in derapata.
Infine, l’ultimo tratto ancora sciabile, che ci dà la spinta per superare i tratti più pianeggianti che ci riportano alla macchina. Ancora una volta il Cernera mi ha regalato una giornata indimenticabile.

Claudio Pra
Scialpinismo a Cima Loschiesuoi
Domenica 3 aprile 2016