Trentotto anni di passi insieme
di Claudia Mattiauda e Anna Cavalleri
Da un po’ di tempo avevamo in mente questa escursione, bisognava solo
aspettare che ci fosse tanta neve come in quella domenica di marzo del
1975 quando io, Anna, il fratellino Enrico e i suoi genitori Meri e
Silvio salimmo alla Cascina Gerboraglia.
Oggi Anna ed io uniremo i nostri ricordi per rivivere quella prima
camminata insieme.
Era una bellissima giornata di fine marzo del lontano anno 1975: c’era
poca neve sul sentiero e si camminava benissimo con ai piedi solo gli
scarponi.
Oggi è il 27 gennaio 2013: i giorni scorsi ha nevicato, neve ce n’è
tantissima, e con noi c’è anche mia sorella Luisella. I soliti
preparativi sempre un po’ complicati per sistemare le ciaspole e
finalmente partiamo, con l’entusiasmo di chi è in procinto di partire
per una bella gita.
Il sentiero è ripido e, anche se ci diamo regolarmente il cambio per
“battere la pista”, fatichiamo non poco con il peso che abbiamo sulle
spalle, dove oltre agli zaini ci siamo caricate un po’ di legna per
accendere il fuoco.
Il cielo un po’ velato ammorbidisce i contorni e rende il paesaggio
ovattato, la neve è bella, soffice, tanta; saliamo in silenzio, si sente
solo il rumore dei nostri passi… è proprio bello essere qui!
Dopo due ore siamo dalla cascina.
Cerchiamo di ricordare il posto dove avevamo fatto un pupazzo di neve.
“Forse laggiù da quell’albero…”
“No, più in su…” “Forse proprio qui davanti…”
Boh!
Non ricordiamo più dove, ma di sicuro l’avevamo fatto, peccato non avere
neppure una foto.
Entriamo in casa senza neanche dover spalare la neve.
Anna accende subito la stufa mentre Luisella ed io sistemiamo sulla
tavola gli abbondanti viveri che abbiamo portato, forse abbiamo
esagerato un po’!
Fu Silvio che si occupò di accendere il fuoco, la Meri si mise subito
“ai fornelli” e preparò, questo lo ricordiamo bene, una buonissima pasta
alla carbonara, mentre noi giocavamo nella neve.
La cucina si sta lentamente scaldando ma, siccome ora c’è un po’ di
sole, portiamo fuori le sedie e “consumiamo” l’antipasto direttamente
sulla neve: salame, lardo, speck, formaggio, pane fatto in casa, il
tutto accompagnato da un buon vino.
Ma il sole ci fa compagnia per poco e dobbiamo rientrare in casa.
Tutte e tre sedute attorno alla vecchia stufa di ghisa continuiamo il
nostro pranzetto mentre Anna ci racconta la storia della Cascina
Gerboraglia dove sua mamma è nata ed è vissuta fino a quando era
ragazza.
Il tempo passò e passa velocemente… la Meri allora portò i pasticcini,
miracolosamente illesi, dopo che …qualcuno si sedette sul sedile della
macchina sul quale erano stati posati.
Risate a più non posso, ma anche se un pochino schiacciati, alla fine li
abbiamo comunque mangiati.
Dal fondo del mio zaino anche oggi saltano fuori dei pasticcini, pure
questi sono un po’ schiacciati, nonostante abbia cercato di sistemarli
il meglio possibile, ma sono buoni e ce li mangiamo tutti.
E poi il caffè, il digestivo, oggi non ci facciamo mancare proprio
nulla!
Ora, mentre Luisella comincia e riordinare le cose, noi ci facciamo un
bel pupazzo di neve.
Beh, insomma… bello è un’altra cosa, Luisella dice che assomiglia più a
un pinguino che a un pupazzo di neve!
Poi, alla svelta prepariamo gli zaini e ci incamminiamo per il ritorno.
Il tempo è peggiorato, il cielo ora minaccia nuove nevicate.
Siamo abbastanza veloci a scendere e in meno di un’ora siamo dalla
macchina.
La camminata è terminata, anzi le camminate, perché oggi ne abbiamo
fatte due, divise da un arco di tempo lungo ben trentotto anni!
Cosa è rimasto oggi delle due ragazzine di quella domenica di marzo del
lontano 1975?
Senza dubbio lo spirito giocoso: oggi come allora ci siamo fatte il
nostro pupazzo di neve, giocando, divertendoci come due bambini,
incuranti del freddo, del tempo che stava peggiorando, del viaggio in
macchina che ancora ci aspettava.
E’ rimasto l’amore per la montagna che in questi anni ci ha fatto
percorrere chilometri di sentieri per i nostri bei monti, su e giù, in
lungo e in largo, d’estate e d’inverno, con il bello e, a volte, anche
con il cattivo tempo.
E’ rimasto l’entusiasmo che mettiamo sempre in ogni nostra avventura e
con il quale programmiamo già quella futura, perché per noi l’escursione
inizia il giorno stesso in cui la programmiamo.
Ed infine è rimasta la nostra bella amicizia, allora fresca e giovane,
iniziata pochi anni prima quando, compagne di banco alle scuole medie,
ci siamo “scelte” e strette in un forte legame, oggi ancora unico e più
saldo che mai.
Claudia Mattiauda e Anna Cavalleri
Calizzano (Savona) 27 gennaio 2013