Quattro vie ai Lastoni di Dro

 

note di Gabriele Villa

foto di Gabriele Villa e Stefano Toninel

 

 

Quante volte, lasciata Arco alle spalle, andando in auto verso le Placche Zebrate, arrivati all’altezza di Dro, abbiamo guardato verso destra, cioè sulla sinistra orografica della Valle del Sarca, osservando quelle placcone lisce perse in mezzo al verde della boscaglia?

E quante volte ci siamo chiesti, “Ma non ci starebbero almeno un paio di salite su quelle belle placche?

Beh, in tanti anni, noi ce lo siamo solamente chiesto, invece qualcun altro, alla fine, è andato a vedere e le due vie che ipotizzavamo noi le ha salite veramente.

Anzi, già che c’era ne ha salite tre, con diverse caratteristiche e difficoltà.
 

Io l'ho appreso dall'amico Stefano che un giorno di maggio  mi ha mandato una mail che diceva:

"Ciao Vecio!

Giovedì qua è festa, dunque sarei disponibile per arrampicare. La mia proposta sarebbe di andare a perlustrare la placconata di Dro, per due motivi:
1. Devo lavorare sui piedi! E cosa c'è di meglio se non una bella placca "didattica"?
2. Non dovrebbe essere ultra-frequentata, vuoi per la monotonia dei percorsi, vuoi per l'assenza di una vera cima.
L'idea che mi sono fatto è che si tratti di una versione XL delle placche di Baone.

In ombra al mattino e poi in pieno sole nel pomeriggio.

In una giornata potremmo riuscire a percorrere tutti i percorsi (o almeno due su tre)."

 

Premesso che "qua" vuol dire "dintorni di Monaco", ci siamo trovati al bar delle Placche Zebrate giovedì 21 maggio, alle ore 9 precise, io in arrivo da Ferrara, lui da Monaco.

Un buon caffè e poi trasferimento sotto ai Lastoni per una stradina sterrata in mezzo ai vigneti del Garda.

Gli accordi sono presto fatti, la prima via la tirerò io, la seconda la tirerà lui.

 


 

La via "Sole e pioggia" è stata aperta nei giorni 1 e 3 maggio 2008, da Mario Brighente e amici.

Sale belle placche delimitate dalla vegetazione, attraversa un tratto di boschetto e risale un'ultima liscia grande placconata, rugosa quel tanto che basta da contenere le difficoltà entro il 5a.

E' ben protetta a spit, anche se sulla placca i chiodi non sono troppo ravvicinati e quindi serve sicurezza sui piedi.

 


 

La via "Dimensione terzo" è stata aperta nei giorni 2 e 9 dicembre 2007, da Mario Brighente e amici.

E' più facile della precedente in quanto non supera il 4a in virtù di una minore inclinazione e di una roccia più lavorata.

Molto caratteristico il terzo tiro che sale in una profonda rigola e la traversata obliqua di 60 metri del quarto tiro.

Si presta molto per chi vuole iniziare a fare esperienze con l'arrampicata di aderenza senza troppi patemi d'animo.

 

Quando andammo a maggio con Stefano, le relazioni indicavano uno sviluppo di 325 metri per ciascuna delle due vie e la discesa da effettuare a corda doppia lungo gli ultimi tre tiri di corda della via "Sole e pioggia", per poi deviare verso destra (guardando in basso) e scendere le restanti due corde doppie in un tratto di bosco dove la vegetazione era più rada.

Così quel giorno, oltre alle salita delle due vie, effettuammo dieci calate a corda doppia per un totale di 650 metri di scalata e di circa 600 in discesa.    

 

Nota importante: Attualmente alle vie è stato aggiunto un tiro di corda che conduce nel bosco soprastante la placconata e da lì, con una traversata verso destra (guardando verso l'alto) si raggiunge una ripida traccia che scende dritta nel bosco e va a congiungersi al sentiero della Maestra, eliminando il ricorso alle corde doppie che, con l'aumento della frequentazione del luogo, creerebbero grossi problemi e intralcio a chi sale.     

 


 

Domenica 22 novembre: complice l'alta pressione di origine africana, eccoci nello stesso luogo, con altra compagnia.

Visto l'affollamento cominciamo con "Dimensione terzo" e agli ultimi tiri sento Obelix, il capocordata, che alla sosta parla con un terzetto di persone che, assicurate a corde calate dall'alto, sta lavorando alla pulizia di un nuovo itinerario, che sale più a sinistra di "Sole e pioggia".

In effetti, si nota la linea di spit che sale dritta e ancora si vede la polvere bianca lasciata sulla roccia grigia dalla punta del trapano: oltre alla scopetta che usano per pulire ci vorrà una pioggia per lavare la parete dalla polvere e dalla terra che potrebbero creare qualche problema di aderenza.

Arrivati in cima alla via seguiamo il sentiero come consigliato e scendiamo nel bosco fino a tornare alla base della parete per subito ripartire su "Sole e pioggia", a comando alternato.

Saliamo veloci e, prima di entrare nel boschetto, rivediamo i "pulitori" sui primi tiri della nuova linea che è stata chiamata "Via dei ciclamini", perchè questi fiori sono presenti nel bosco sottostante.

 

 

Uno di loro è Mario Brighente che con un piccone in mano estirpa zolle d'erba facendole rotolare in basso lungo la parete e siccome davanti abbiamo due cordate gli chiedo se possiamo fare la "prima ripetizione" della via.

"Sì, sì - risponde - ma sarà la seconda perchè è già passato un amico che mi chiede sempre di informarlo quando apro un nuovo itinerario."     

"Allora faremo la seconda." - gli rispondo, contento soprattutto di evitare la fila che c'è al prossimo tiro di corda.

Dopo il boschetto traverso a sinistra e vado a prendere gli spit della via appena aperta.

Anche questa è chiodata abbastanza lunga e in più bisogna stare attenti al pulviscolo e alla terra e fili d'erba smossi dalla pulizia effettuata sui tiri soprastanti.

Le difficoltà tecniche sono sul 5a, abbastanza continue su due tiri e, passaggio inusuale e caratteristico su una via di aderenza, per uscire sull'ultimo tiro, uno strapiombo di un metro e mezzo a superare il salto disegnato da una specie di arco naturale di roccia.

Lungo la discesa, al termine della traversata orizzontale che va a raggiungere il sentiero di discesa, si trova una sosta con due spit e lì c'è pure il contenitore di acciaio (fatto e saldato tutto a mano artigianalmente presumibilmente dallo stesso Mario Brighente) con il libretto di via.

Lì scopriamo che la prima ripetizione è stata fatta poco più di due ore prima e la via aperta la giornata stessa.

Precedentemente il libretto era collocato al termine delle vie e prima di scendere in corda doppia.

 

 

In mezz'ora siamo tornati all'auto e mentre mettevamo via il materiale è arrivato Mario Brighente con gli amici ed abbiamo parlato un po' delle vie dei Lastoni di Dro, ma anche di altre aperte in zona, molte delle quali nel settore destro delle Placche Zebrate.

"Se te va bèn sul 6a te le fa tutte tranquillo" - mi ha detto a mo' di incoraggiamento ad andarle a ripetere.

Appariva soddisfatto del lavoro di pulizia fatto nel corso della giornata e della nuova via appena "inaugurata", della quale gli abbiamo detto le nostre buone impressioni avute.

Mi ha chiesto di scattargli una foto, così ne ho approfittato per scattarne una anche con la mia digitale che lo ritrae in mezzo agli amici.

E così si è conclusa la nostra bella giornata ai Lastoni di Dro, luogo appartato e godibile, con le vie non ancora "unte", soprattutto quella "dei ciclamini", visto che siamo stati la seconda cordata a ripeterla dopo i primi salitori. 

 



Riassumendo, ecco il prospetto delle vie tracciate sui Lastoni di Dro (da destra verso sinistra guardando la parete), con il nome del primo salitore, data di apertura, sviluppo e difficoltà (come espressa dai primi salitori):

 

La prima lezione per i piedi - Heinz Grill - 2 ottobre 2008 - 360 metri - II in prevalenza e due passi di III+

 

Dimensione terzo - Mario Brighente - 2 e 9 dicembre 2007 - 380 metri - 3/3+ (in prevalenza) e 4

 

Sole e pioggia - Mario Brighente - 1 e 3 maggio 2008 - 365 metri - 4b (in prevalenza) e 5a

 

Via dei ciclamini - Mario Brighente - 22 novembre 2009 - 360 metri - 4 e due tiri di 5a con passo di 5b

 

Ulteriori informazioni si trovano su http://www.arrampicata-arco.com/lastoni-di-dro.html

e anche sul sito del CAI di San Bonifacio (Verona) http://www.caisanbonifacio.it/racconti.php

 

Tenere comunque sempre conto della possibile alta frequentazione in stagione favorevole, soprattutto nelle domeniche, o della possibile presenza di corsi di arrampicata/alpinismo.

Fermo restando che, almeno qui, il pericolo di caduta sassi è assai limitato.     

 

Gabriele Villa

Quattro vie ai Lastoni di Dro

Ferrara, 25 novembre 2009