SPIGOLATURE. 19/06/2024 - Una riflessioni di Heinz Mariacher su arrampicata sportiva e in montagna
Ho sempre considerato l’arrampicata sportiva e l’arrampicata in montagna
come due giochi differenti.
L’arrampicata sportiva è uno sport, l’arrampicata in montagna è
avventura.
L’arrampicata sportiva è priva del rischio, l’arrampicata in montagna è
caratterizzata dal rischio.
L’arrampicata sportiva è un problema puramente atletico, mentre la
difficoltà di una via in montagna è determinata prevalentemente dalla
sfida psicologica.
In questi tempi la realtà di molte vie con gradi alti in montagna è che
vengono attrezzate come vie sportive.
Questo significa che non vengono aperte subito in libera dal basso, ma
si arrampica da protezione a protezione, un misto fra libera e
artificiale. Solo quando sono perfettamente attrezzate si prova la
salita rotpunkt. In certi casi vengono perfino messe corde fisse dalla
cima verso il basso, lavorando i movimenti singoli e piazzando le
protezioni con la corda dall’alto.
Per me questa non è altro che “arrampicata sportiva di tipo scomodo” e
non ha niente in comune con l’arrampicata d’avventura dei nostri
predecessori, né con il minimalismo della mia generazione. Nonostante
ciò queste opere vengono pubblicizzate come l’evoluzione e la nuova era
dell’arrampicata in montagna.
In questo nuovo mondo alpinistico, spinto dal business, perfino i più
convinti oppositori del rischio vengono considerati eroi, appena
associano il loro nome alla montagna. L'atmosfera del dramma in montagna
fa sempre comodo a chi vuole aggiungere valore extra a prestazioni
altrimenti poco importanti. La verità è che la generazione attuale ha
semplicemente ignorato l'etica puristica della nostra generazione e ha
spinto l'evoluzione secondo le proprie regole. (Heinz Mariacher)
[Ripresa da pagina Facebook di "Federazione Montanari" su segnalazione
di Giada Milan]