SPIGOLATURE. 13/09/2023 - "Senza", una riflessione di Federico Balzan sull'alpinismo


SENZA

Beninteso io senza corda non riuscirei a fare niente di più difficile di così, comunque – anche osservando questa bella foto che mi ha scattato Sergio, che ho conosciuto durante la salita – devo dire che forse le foto di montagna che si vedono in giro fanno sembrare talvolta le salite un po’ più ardimentose di quanto in realtà esse siano.

Ad esempio parlando di questa cresta, non qui ma poco prima, per farmi coraggio avevo detto al mio compagno: «bon, qua te podaria poiar na machina par stravers». E davvero era abbastanza larga, eppure dall’immagine sembrerebbe più affilata.

In foto: passaggio tra la cima e l’anticima di Cima delle Sasse; dietro si vede la Civetta. Questi percorsi senza sentieri, senza bolli e senza chiodi sono un patrimonio da preservare per sempre: l’esperienza di orientarsi ed avanzare tra questi grandi versanti/pareti è un’avventura, forse modesta rispetto alle “vere” vie su roccia, comunque appagante e preziosa.

In una cerchia di persone più o meno vasta, noto che molti promuovono e condividono questo tipo di esperienze su blog e social, ma sarebbe bello parimenti divulgare, assieme, l’idea che esse rimangano tali. Altrimenti in un attimo, se aumenta la frequentazione non consapevole, si rischia che compaiano i cavi metallici sui punti più esposti, i bolli rossi “perché se c’è nebbia”, le calate attrezzate “perché se viene pioggia” eccetera.

E tutto questo non per elitarismo; io rinuncio tranquillamente a salire sulle cime che non sono alla mia portata. Ma quelle per le quali sono “giusto giusto”, trovo sia più appagante farle coi propri mezzi.

E se durante la salita ci si perde e si deve tornare indietro, fa parte del gioco. A me è capitato più volte e ho sempre cercato di ritornare in seguito per arrivare, se possibile, in cima.


(Dalla pagina Facebook di Federico Balzan)