CURIOSITA'. 27/05/2016 - Spedizioni commerciali in alta quota: ora arriva il K2, di Agostino Da Polenza
Jerzy Natkański (kierownik), Jarosław Botor, Mariusz
Grudzień, Piotr Tomala, Paweł Michalski e Marek Chmielarski stanno
preparandosi per il K2 che raggiungeranno dopo la metà di giugno.
Una spedizione per conoscere la grande montagna, per prendere confidenza,
per attrezzare probabilmente alcuni passaggi o lasciare del materiale in
deposito lungo la parete. Una “super prova dal vivo” per capire e abituarsi.
Krzysztof Wielicki è l’alpinista polacco più noto e la sua al K2 in inverno, impresa mai riuscita prima, è l’ultima grande invernale da tentare: una spedizione polacca nel segno dell’orgoglio dell’alpinismo del suo paese. È famoso soprattutto per aver compiuto la prima ascensione invernale di tre ottomila: l’Everest nel 1980 con Leszek Cichy, il Kangchenjunga nel 1986 con Jerzy Kukuczka e il Lhotse nel 1988 da solo. Tutti sanno che non sarà una passeggiata la salita che inizierà ufficialmente il 21 dicembre. Aver spedito sei alpinisti ad “allenarsi” sul terreno, denota con quanta serietà Wielicki stia prendendo la sfida.
Karl Kobler, gran maestro svizzero delle spedizioni
commerciali, ha già spedito viveri e attrezzatura che sono arrivati a
Skardu, in Gilgit Baltistan e si avvia a trasferire i suoi clienti sul
Baltoro, al campo base del K2. Saranno una decina e pagheranno 28.500
dollari a testa, più l’ossigeno e il volo internazionale. Pubblicizza il
prodotto dicendo che gli alpinisti diventano nervosi quando vedono il K2,
che è la Montagna delle montagne, una piramide che stupisce.
“Avremo abbastanza tempo per scalare la seconda montagna più alta della
terra […] ho già organizzato due spedizioni e la seconda su ventiquattro
alpinisti tredici sono arrivati in cima. Le bombole di ossigeno fornite
aumentano la possibilità di successo e riducono i danni alla salute […] e ci
saranno le guide alpine di supporto.”
A proposito dell’ossigeno e del suo utilizzo in quota,
l’Agenzia Kobler si lancia in una corposa e appassionata difesa del suo
utilizzo con la motivazione base che se la gente vuol realizzare il suo
sogno, lo faccia, ne ha diritto, oltretutto l’ossigeno diminuisce i rischi
di congelamento e per la salute. Anche starsene su montagne più basse per
la verità.
Ma siccome per l’alpinismo non ci sono regole, non essendo “per fortuna uno
sport”, l’abbiamo sentito ribadire anche ieri sera da autorevolissima fonte,
ognuno faccia quel che desidera. L’importante, almeno questo, è che lo dica.
Seven Summit, la super agenzia nepalese, che all’Everest
qualche malanno e morto l’ha recentemente collezionato (ma è normale, si
dice), arriverà al K2 con quarantaquattro persone tra clienti e personale nepalese
sherpa, che comunque deve registrarsi come componente della spedizione.
Costo per far parte della spedizione 33.500 dollari. Loro l’ossigeno te lo
danno incluso fino a cinque bombole.
Al base e lungo la salita sono garantiti confort e supporto, musica,
ricetrasmittenti, farmaci, previsioni meteo, telefono satellitare (a
tariffa) e stufe, mentre le bevande gassate e alcool sono a parte.
(Articolo tratto da montagna.tv)