a "Compiti per le vacanze" di Maurizio Caleffi

 

di Cristiano Pastorello

 

… come non essere d’accordo con tutto quello scritto da Maurizio nel suo racconto.

Leggendo mi sembrava di rivivere il periodo passato a gestire il Rifugio Bertagnoli.
(Carega - Piccole Dolomiti vicentine. N.d.R.).

La cosa che mi dava la forza di non sbottare o essere maleducato (anche se a volte non ci riuscivo, ma c’è gente veramente incredibile al mondo) era il pensiero che in qualche modo ero lì a fare il gestore per uno scopo.

Mi spiego meglio: uno che decide di andare a lavorare in montagna, staccando a volte anche in maniera radicale con quello che faceva prima, è sicuramente una persona che ha capito cosa vuole dalla propria vita.

Se poi va a fare un lavoro come il gestore di un locale (sia esso a 1000 o 3000 metri), oltre alla sua realizzazione personale, ritengo che abbia anche una missione sociale da svolgere.

Infatti, la sua presenza e le sue scelte di vita sono la testimonianza che si può vivere benissimo, e anche meglio, senza tante cose che chissà come mai sono diventate indispensabili inutili oggetti del nostro esistere.

I miei soci mi accusavano di idealismo quando condividevo con loro questi pensieri perché su cento persone forse una si accorgeva del lavoro e dell’abnegazione (come portare a spalle gasolio e legna d’inverno) che comportava gestire il “nostro rifugio”; io rispondevo a loro che anche 1 su 100 era comunque un successo.

Quindi, Maurizio e Carla, tenete duro, che forse si può tentare almeno di cambiare un pochino questo nostro scellerato mondo.

P.S. Prometto che quest’estate vengo a trovarvi.