Siamo
entrati in contatto con Emanuele attraverso i post fotografici che lui
pubblica su Facebook, prima con le uscite di scialpinismo, dopo con le sue
storie di arrampicata su roccia, su cascate di ghiaccio e sui ghiacciai.
Una conoscenza solo virtuale, almeno fino ad ora, dovuta sia alle montagne
che lui frequenta in prevalenza, che allo spirito con il quale intraprende
le sue realizzazioni.
Lasciamo a lui descriversi con le parole che ha usato per presentarsi sul
suo sito internet.
"Abito a Trento, ma sono nato a Palermo il 20
dicembre 1992, da mamma olandese e papà ... "locale", ho dunque la doppia
cittadinanza, olandese ed italiana. Con la mia famiglia abbiamo vissuto
lontani dal caos della città, nelle campagne vicino a San Martino delle
Scale, un fresco paesino tra le montagne. Lontano dal mare, ma sopratutto da
traffico e cemento, tra la natura e i suoi silenzi, ho potuto vivere
un'infanzia lontana da certe tristi e note logiche dell'isola. Crescendo
però era inevitabile che mi accorgessi di cosa avevo attorno a me, e così,
tra mafia, inciviltà e immondizia, in Sicilia non ho mai trovato la mia
dimensione. Compiuti i venti anni, ho cominciato ad appassionarmi alla
montagna, mi sono iscritto ad un corso d'arrampicata su roccia e cominciato
a scalare. La mia vita improvvisamente è cambiata, nel mio tempo libero non
facevo altro che arrampicare. Per inseguire i miei sogni, compiuti i 22
anni, mi sono trasferito in Trentino. In questa terra incredibilmente bella
mi sono subito trovato benissimo, attorno a me avevo finalmente le montagne
che tanto sognavo, e con i trentini c'è stato fin dall'inizio un gran
feeling. Per la prima volta nella mia vita mi sono sentito veramente a casa."
Svolge un'attività di alto livello, alla quale si prepara con allenamenti
intensi e scrupolosi. Quello che ci è piaciuto di lui e dei suoi racconti è
che non appare un "performer" e nemmeno un "agonista", anche se la "fame"
che traspare da certe sue avventure a volte fa vacillare questa nostra
convinzione. L'approccio di conoscenza storica delle vie che affronta e
degli apritori che le hanno salite è un valore culturale che apprezziamo e
che arricchisce le sue storie.
In ogni caso, al di là delle nostre parole,
lui così si racconta.
"Nel mio tempo libero cerco di prepararmi al meglio per i miei progetti,
naturalmente scalando in falesia e facendo dry-tooling con le piccozze, ma
cerco anche di curare molto la parte aerobica.
A secondo della stagione, alterno all'arrampicata, la corsa, la bici e lo
scialpinismo, ogni tanto non disdegno partecipare a qualche gara di
scialpinismo o una skyrace. Pur non avendo alcun interesse competitivo (la
competitività non è proprio parte di me), le considero una fondamentale
componente dell'allenamento.
Lo scialpinismo tra le stupende guglie dolomitiche è l'allenamento aerobico
che più mi appaga.
D'inverno il gruppo del Brenta è il mio posto preferito dove praticarlo."
Scritti pubblicati e
collaborazioni: