Bivacco improvvisato o bivacco … programmato?
di Claudia Mattiauda
“Fare bivacchi in parete ti segna per tutta la vita!”
Questa frase scritta da un alpinista su un forum di montagna l’aveva
particolarmente colpita; aveva così letto il racconto del bivacco a cui si
riferiva l’alpinista, provando un po’ di invidia per tutti gli alpinisti ai
quali capita di bivaccare in parete!
Certo, loro due, semplici
escursioniste, non avrebbero mai potuto raccontare simili esperienze.
Il loro prossimo obiettivo è di quelli ambiziosi, quella punta lassù che
domina tutta la valle e che permette di abbracciare con lo sguardo le
principali cime delle Alpi Liguri, è senza dubbio una bella meta.
Molto
impegnativa però, 1399 metri di dislivello (quasi cinque ore di cammino), da
coprire in giornata, a cui aggiungere le cinque ore di macchina per il
viaggio di andata e ritorno non sono cosa di poco conto.
Decidono però di
cercare un posto giù a fondovalle dove passare la notte, per evitare almeno
il viaggio di ritorno. Ma lassù, a circa tre quarti d’ora di cammino dalla
vetta c’è un bel bivacco sempre aperto, per situazioni di emergenza. Però,
non male, se mai ce ne fosse bisogno …
L’escursione è programmata per la fine di agosto, la giornata è splendida,
cielo terso e limpidissimo.
L’ideale per salire su una cima e godersi il
panorama.
La salita è lunga e faticosa, poi 'sti zaini oggi sono
maledettamente pesanti:
“Ma che ci abbiamo messo dentro?”
Fa anche caldo,
molto caldo e devono fermarsi più volte per dissetarsi.
Dopo cinque ore
esatte di cammino, fianco a fianco fanno gli ultimi passi fino alla cima
arrivandoci insieme.
Su quella cima assolata si abbracciano stanche, sudate,
ma felici e soddisfatte; ora possono finalmente godersi il fantastico
panorama, fare tante foto, lasciare un messaggio sul libro di vetta, bere e
mangiare qualcosa.
Ma il tempo passa velocemente e alle quindici sono ancora lassù, incuranti di quei
nuvoloni neri che si avvicinano cupi e minacciosi.
Finalmente sono pronte
per il ritorno e già sentono il rumore dei tuoni che annuncia un imminente
temporale; la paura si impadronisce di loro, il pericolo del temporale le
preoccupa non poco e sono veloci a scendere.
Ad un tratto, un piede messo
male, una pietra che non regge e … inevitabile la caduta!
“Tutto ok, niente
di rotto, solo un ginocchio sbucciato, andiamo, presto!”
In meno di mezz’ora riescono a raggiungere il bivacco sane e salve, ma che paura per quei
fulmini che cadevano ovunque intorno a loro!
Dopo due ore di pioggia
incessante, torna il sereno, ma non le sfiora proprio l’idea di riprendere la
discesa.
Il bivacco è così accogliente che sarebbe proprio un peccato non
approfittarne!
Chissà se mai ci potrà essere di nuovo una simile occasione!
Certo non sarà come “i bivacchi in parete che ti segnano per tutta la vita”
ma per loro, semplici escursioniste, va benissimo!
Questa notte la
passeranno lassù, non c’è neppure bisogno di avvisare a casa, mariti e
figlie già sapevano che stanotte avrebbero dormito fuori; sicuramente le
pensano in qualche albergo giù a fondovalle, così avevano detto prima di
partire.
Invece sono lassù, a 2200 metri di altitudine, nel cuore delle Alpi Liguri,
sole, lontane da tutto e da tutti, in uno splendido bivacco.
Altro che
alberghetto di fondovalle, il loro è un albergo a cinque stelle!!
Cenano con i
pochi avanzi della giornata lasciando ancora qualcosa per la colazione del
giorno dopo, meno male che avevano portato più roba del solito!
Ci vorrebbe
qualcosa di caldo, ma non c’è proprio niente …
“Aspetta che guardo bene, lo
sai che nel mio zaino c’è di tutto!”
Infatti, in fondo allo zaino, ma proprio in fondo, ci sono due bustine di
the.
Finite lì dentro per caso!?!
Si scambiano un sguardo d’intesa e di
complicità; non se l’erano mai detto apertamente, ma è da quando avevano
scelto questa escursione che sapevano che sarebbe finita così!
Si siedono sulla panca davanti al bivacco con addosso una coperta; l’aria è
fresca, vorrebbero
guardare le stelle che da lassù sembrano più grandi e più vicine, ma sale la
nebbia che ricopre tutto.
Rientrano pensando di uscire più tardi per vedere
le stelle, ma dopo due partite a carte, stanchissime si preparano per la
notte, stanotte le stelle sicuramente le sogneranno, e che stelle!
Nonostante la stanchezza per la lunga giornata non riescono a prendere
sonno, sono troppe le emozioni che hanno vissuto oggi.
Fa anche freddo ora,
si rannicchiano vicine per tenersi un po’ di caldo e finalmente si
addormentano.
La notte passa tra sogni e risvegli e alle sei sono già in piedi.
Sedute sulla panca davanti al bivacco fanno colazione dividendosi mezza
tavoletta di cioccolato e l’ultimo pezzo di pane.
Che bello questo gesto!
Dopo averlo letto in tanti racconti e libri di alpinismo, ora anche loro
sono lì, a dividersi l’ultimo pezzo di pane!
La giornata è bellissima, ma
fredda.
Che fare così presto?
Dal bivacco sono tante le cime che si possono
raggiungere.
Se ne stanno a lungo in silenzio, ciascuna assorta nei propri
pensieri e poi scelgono di non salire nessuna cima oggi.
Con la giornata di
ieri hanno fatto il pieno di emozioni ed oggi non hanno più alcun desiderio,
perciò rimangono ancora un po’ a godersi le bellezze del luogo dove hanno
fatto il loro primo bivacco e dopo aver raccolto le loro cose si avviano
lungo il sentiero che le riporterà a valle.
Claudia Mattiauda
Tovo San Giacomo, 6 gennaio 2013