Bibì & Bibò e il Manoscritto nella Trincea
di Angelo Bolognesi e Michele Pifferi
Qualche tempo fa, in una delle nostre alpine peregrinazioni, nella zona del Passo Rolle, abbiamo rinvenuto, in una vecchia trincea, una scatola arrugginita. Apertala, abbiamo constatato, con grande stupore, che conteneva un lungo manoscritto, con ogni probabilità risalente al primo conflitto mondiale.
La lettura di quelle righe ci ha procurato forti emozioni, catapultandoci all’istante all’epoca dei fatti evocati.
Grande impressione ci hanno fatto le tremende difficoltà incontrate da chi, come l’Ufficiale dell’esercito Austro-Ungarico che scrisse di suo pugno quelle righe, si trovò a viverle in prima persona.
E’ per dovere verso la Storia che, anche trattandosi di avvenimenti riguardanti l’odiato invasore, abbiamo ritenuto giusto divulgare lo scritto, affinché tutti possano avere la possibilità di cogliere il significato profondo delle toccanti righe che andiamo di seguito a proporvi.
Ecco il contenuto del manoscritto:
Al Comandante in Capo
S.E. Feldmaresciallo A. Warresch
6 Maggio
E’ con grande orgoglio e teutonica fierezza che la rendo partecipe dell’alto morale che aleggia tra la truppa.
Tra poco lasceremo le nostre postazioni a ridosso del Passo Rolle per dirigerci sull’obiettivo che dovremmo raggiungere in capo a non più di 3 (tre) ore.
Raggiungeremo i Laghi alpini di Iuribrutto cantando canzoni inneggianti al nostro Kaiser.
Ora, dei Laghi alpini di Iuribrutto, non sappiamo un granché, a parte che sono Laghi, che sono alpini e che sono di Iuribrutto. E’ quanto dovrebbe bastare.
Ma il sole brilla alto, il cielo è terso e il dovere ci chiama. I miei due sottotenenti stanno cercando di rendere accettabile l’aspetto della truppa che richiama alla mente un branco di Alieni sbarcati nel cortile.
La gloria ci aspetta e non ho certo tempo da perdere per sapere quello che penso.
Ed ora si parte. Sarà mio dovere tenerla dettagliatamente informata fino al raggiungimento della mèta.
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6 Maggio
Abbiamo testé incontrato, sul nostro cammino, una strana formazione bianca, notevolmente umida che stazzona in modo sgradevole le Espadrillas della truppa.
Nel subitaneo rapporto che è immediatamente seguito al fatto, uno dei miei subalterni che, in quanto a pensiero patisce una vera e propria disfunzione, ha detto che si tratterebbe di “neve”.
Lei conosce la bestiale avversione che nutro verso gli intellettuali e, le confesso che, con il suo permesso, l’avrei piallato.
Reprimendo a malincuore i Sacri Istinti iscritti nei nostri cromosomi Unni, dopo aver baciato lo scapolare con l’immagine di Attila, ho estratto la mia bussola con ago fisso e, al fine di aggirare l’infido ostacolo bianco, ho dato l’ordine di cambiare direzione.
Ritengo opportuno raggiungere i Laghi dal versante elvetico.
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4 Luglio
L’operazione ha avuto successo; solo i soldati sotto il metro e settanta sono stati ingoiati dalla “lava bianca” o come diavolo si chiama quella schifezza candida e fredda.
All’appello sono rimasti i migliori, come vuole la selezione naturale.
Scampati bellamente alle immacolate sabbie mobili, ho fermato la truppa e, spingendo forte, ho fatto un Azimut.
Stremato dal calcolo, non posso fare a meno di notare che le cifre confliggono ma i malumori convergono.
Il mio sottomesso, mi fa notare che, secondo lui, avrei azimutato prendendo come riferimento un culo di Ca’ Priolo. Ora, dato che chiedergli di tacere è come chiedere a un pellicano di non mangiare pesce, vorrei che mi spiegasse cos’è questa Ca’ Priolo. Io conosco Ca’ Venier, Ca’ Volfiore, Ca’ Nisciunèfesso ma questa mi è proprio ignota.
Sono sicuro dei risultati del mio fido Azimut. Torniamo sui nostri passi e proseguiamo verso la mèta.
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18 Agosto
L’estate non scherza e il sole picchia sulle nostre teste come un fabbro sull’incudine.
La truppa si muove come gli sbronzi nelle balere.
Intorno a noi ho una campagna poderosa, battuta dai venti che soffiano dal mare.
Qualcuno ha avanzato l’ipotesi quanto meno fantasiosa che, forse, potremmo avere qualche problema di orientamento. Ne è seguita una rissa da angiporto.
Appartatomi in un luogo sicuro con i miei sottoposti, ho dovuto constatarne il deperimento terminale del pensiero. Addirittura hanno avanzato la possibilità di esserci smarriti.
Eccellenza, deve credermi, i laghi sono vicini, lo sento.
Risolverò questa rogna da solo.
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20 Settembre
Ho sentito un mio subalterno dire a bassa voce che affidarmi il comando dell’operazione era come ordinare uno scaldabagno in una fabbrica di petardi.
Naturalmente l’invidia lo divora e, ora, mentre lo sto scannando, continua a gorgogliare i suoi malefizi.
Io cerco di mantenere un aristocratico distacco ma, questi inetti, mi vogliono portare verso la catastrofe strategica. Ne sono sicuro. L’ho confessato anche a questo piccolo valligiano peloso che mi fissa in silenzio.
Questo guardare muto e prolungato ha conferito un’aura di solennità al nostro incontro, fino a quando un mio subordinato ha esclamato: “Che bella marmotta!”
Eccellenza, essendo al tempo stesso Holmes e Watson, quando non capisco, mi spiego da solo come stanno le cose. Andiamo avanti.
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15 Ottobre
Ho ricevuto or ora le istruzioni sul da farsi, tramite contatto telepatico con la mia cartomante.
I dati ricevuti parlano chiaro: dovremmo trovarci a pochi metri dai Laghi di Iuribrutto.
Opinione che contrasta con quella dei superstiti della truppa.
Secondo loro saremmo, invece, a pochi metri dal Polo. Sublime.
Anche le foche qui intorno si stanno sganasciando dal ridere.
La salute rimane buona, lo scrivere mi pesa, anche perché l’inchiostro sta gelando.
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23 Novembre
Mi trovo davanti all’ennesimo bivio sul sentiero e, dovendo scegliere da che parte andare, mi torna alla mente un classico gioco dell’infanzia:
“Preferisci essere impalato dai Turchi o torturato dai Cinesi?”
Da un certo punto di vista è anche una domanda confortante perché offre ben due opzioni.
Eccellenza, vorrei ricordare i versi del nostro conterraneo Poeta:
“Ci vuole pazienza. Qui non serve misurare il tempo. A nulla vale un anno e dieci anni non son nulla. Maturare come l’albero che non incalza i suoi succhi e fiducioso sta nelle tempeste di primavera senza l’ansia che, dopo, possa non giungere l’estate. L’estate giunge.”
E giungeremo anche noi. Me l’ha confermato anche Teddy Ruxpin, il mio orsacchiotto.
Vorrei umilmente aggiungere che, qualora volesse inviare le Squadre Speciali del Capitano Dallock o volesse scatenare le Teste di Cuoio del Capitano Boharett alla nostra ricerca, noi non ci muoviamo di qua.
Tengo a precisare che il “qua” non so dove e cosa sia.
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24 Dicembre
La truppa è ormai fuori controllo. Non capisco se siano loro a sfuggirmi o io a sfuggire a loro.
Pare un effetto collaterale della Sindrome di Stoccolma, dove rapito e rapitore finiscono per amarsi.
Qui è peggio. Non si sa più chi tenga in ostaggio chi.
Ho quasi finito l’inchiostro e lei non deve rimanere senza un mio saluto, mentre giunge il Natale.
Ora infilerò questo manoscritto in una bella scatola di metallo cromato e lo affiderò al destino e, sempre in attesa dei soccorsi, passerò il tempo facendo programmi per il futuro.
L’estate prossima andrò in vacanza ai Laghi di Iuribrutto. Senza se e senza ma.
Sempre se riuscirò a slegarmi.
Ossequiosamente, suo devotissimo
Tenente di Vascello M. Von Tshatty
Come detto in premessa è per dovere verso la Storia che, abbiamo ritenuto giusto divulgare lo scritto, affinché tutti potessero avere la possibilità di cogliere il significato profondo delle toccanti righe che abbiamo rinvenuto.
Che altro dire …!? Vamo là !
Bibì & Bibò
Ferrara, giugno 2007