Il grande incendio sopra Longarone e nella Val di Zoldo

Una storia di siccità, incendi e devastazione di un territorio

a cura di Gabriele Villa

 

La storia per chi è lontano dai luoghi dell'accaduto comincia sempre dalle notizie sui giornali e quando gli eventi travalicano le cronache locali, arrivando a quella nazionali e ai telegiornali vuol dire che sono davvero gravi.

A evento concluso abbiamo messo insieme varie testimonianze e contributi fotografici per mettere nel "archivio" della memoria questo trauma ambientale che ha colpito un territorio che conosciamo bene e amiamo.

Le prime cinque foto sono dei fermo-immagine di un filmato in time lapse del giorno 23 marzo 2022.

Abbiamo attinto a fonti giornalistiche, filmati, testimonianze fotografiche diverse e dirette che citiamo in disordine sparso cercando di non dimenticare nessuno: Il Gazzettino.it; Radio Più - Emittente Agordina; TGR Veneto; Corriere del Veneto; Corriere delle Alpi; Camillo De Pellegrin Sindaco di Val di Zoldo.


BELLUNO - Divampa ancora dopo oltre ventiquattro ore il grande incendio boschivo scoppiato martedì sera 22 marzo nella zona tra Igne e Soffranco, in comune di Longarone, a pochi metri dalla strada regionale 251 e da una abitazione, che era a rischio evacuazione. È lo stesso luogo dove si erano scatenate le fiamme qualche giorno fa: un rogo fotocopia sullo stesso terreno, in una giornata senza vento, che diventa un vero e proprio giallo.
I sindaci di Longarone e Val di Zoldo sono convinti: «C’è l’ombra del dolo: non è una coincidenza».
In tarda mattinata di oggi - 23 marzo - l’incendio sembrava sotto controllo, tanto che la Sp n. 251 (chiusa per garantire le operazioni di spegnimento e bonifica) era stata riaperta alle ore  dodici.
Ma un paio di ore dopo Veneto Strade ha dovuto fare marcia indietro: l’incendio infatti è ripartito con violenza, col fuoco a lambire il piano stradale. Alcuni abitati della Val di Zoldo sono isolati: per raggiungere la valle è necessario infatti transitare dall’Agordino e salire i tornanti del Passo Duran.







VENEZIA Alla luce delle criticità riscontrate dopo lo scoppio degli incendi che hanno interessato in questi giorni la provincia di Belluno, con decreto 32 del 24 marzo 2022, il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha dichiarato lo stato di crisi avente per oggetto “Incendi boschivi sovrastanti l’abitato di Fortogna e Igne-Soffranco in comune di Longarone”. A causa del rogo è stata chiusa una stazione ferroviaria (Ponte delle Alpi) e bloccate tre linee dell’alta tensione per lo spegnimento in sicurezza “Personalmente e con tutte le strutture della Protezione Civile regionale – informa Zaia – stiamo monitorando da giorni la situazione, che riguarda più province del Veneto. Siamo già intervenuti tempestivamente in varie situazioni per assicurare il ritorno alla normalità. Stiamo inoltre tenendo sotto stretta osservazione la qualità dell’aria“.

Grande guerra, trincee e precauzioni.
Ma come si interviene quando scoppia un incendio in una zona dove si è combattuta la Prima guerra mondiale e dove ancora si trovano armi e trincee? Si lavora prima di tutto dall'alto, con Canadair e Erickson, fanno sapere i vigili del fuoco. Non si mandano mai le squadre a terra, per precauzione.

"La situazione è piuttosto preoccupante perchè i Canadair non riescono a pescare acqua" a causa del fumo sul Lago di Santa Croce. - Ha detto Roberto Padrin, Sindaco di Longarone. - Questo porta l'incendio a scendere e quindi ad avvicinarsi sempre di più alle case."

Paura a Longarone.
Il sindaco di Longarone, Roberto Padrin, non si capacita. Mentre i soccorritori sono ancora impegnati sul fronte incendi, e restano focolai aperti, osserva: "Non è che gli incendi partano da soli. I danni li calcoleremo quando sarà tutto finito. Bisogna valutare se è stata toccata qualche abitazione di montagna. Il grandissimo lavoro di questi giorni, tra vigili del fuoco, protezione civile e servizi forestali regionali, dovrebbe averci salvato".
Ma la paura è stata tanta, "il fuoco ha minacciato un paese intero, è arrivato a duecento metri da Fortogna, a duecento metri dal cimitero delle vittime del Vajont". "Saremo tranquilli solo quando arriverà la pioggia - è la conclusione del sindaco -. La siccità di questo periodo è paurosa, dura da oltre quattro mesi".
E per trovare un precedente di questa portata in zona, bisogna tornare indietro di vent'anni.

Rischio frane. Ma il problema più serio in prospettiva, ragiona il sindaco di Longarone, riguarda le frane. Più che una previsione, un certezza: "Quando arriveranno le piogge, venendo a mancare gli alberi, ci troveremo scoperti".
Fumo e acqua non potabile A Ponte nelle Alpi, fa sapere il sindaco, "l'acqua non è ancora potabile. Da lì è partito l'incendio di Fortogna. Ancora oggi, se fai la doccia, si sente odore di fumo".

Dalle stime dei vigili del fuoco, sono 1.040 i roghi che hanno devastato l'Italia dal 1 gennaio ad oggi.
Numeri choc anticipati da Gianfilippo Micillo, responsabile del settore. In fumo tremila ettari di bosco.
In centoquaranta casi, i roghi hanno richiesto l'intervento dei mezzi dello Stato, i Canadair e i potenti Erickson S64, in grado di trasportare fino a diecimila litri d'acqua. Tra le regioni più colpite la Lombardia, con settanta incendi a gennaio, centoquindici a febbraio, centoquaranta a marzo. Ma questo mese le fiamme non hanno risparmiato nemmeno il Centro e il Sud, oltre cento gli episodi registrati in Lazio, settanta in Campania.
Dati anomali, rispetto alla media stagionale. Al lavoro per contenere i danni vigili del fuoco, volontari di protezione civile, forestali e comunità montane.


Incendio di Soffranco. Danni collaterali (con foto di Camillo De Pellegrin)

VAL di ZOLDO. Chi ringraziare per questa devastazione? Se lo stanno chiedendo i proprietari delle casere divorate dalle fiamme, comunque devastate. Lo aveva detto una mattina nel corso della rassegna stampa il sindaco di Longarone Roberto Padrin “Le fiamme stanno girando, non vorrei raggiungessero la zona delle casere”.
In effetti mai previsione fu tanto azzeccata, ma la conferma è arrivata stamane dal sindaco di Val di Zoldo Camillo De Pellegrin che ha pubblicato le prime fotografie dalla zona interessata dall’incendio, raggiunta dopo giorni di fuoco. Le foto raccontano il resto.




Il grande incendio sopra Longarone e nella Val di Zoldo
Una storia di siccità, incendi e devastazione di un territorio


a cura di
Gabriele Villa (Redazione intraigiarùn)

Val di Zoldo - fine marzo, primi aprile 2022