Alla ricerca della gita perduta

Gruppo Seniores, dal Parco Urbano alla golena del Po e Francolino

di Gabriele Villa


All’inizio del 2020 e del contagio da Covid-19 facemmo presto la conoscenza delle zone rosse (chiusura e isolamento dei territori più contagiati) e, subito dopo, del Lockdown (chiusura e divieti di spostamento in tutto il Paese), successivamente inventarono le zone colorate diversamente in base alla gravità dei contagi, in un crescendo da giallo ad arancione, poi arancione scuro e, infine, rosso, con varianti peggiorative, del tipo Regioni gialle ma con divieto di spostamento nei fine settimana come se fossero rosse.
Per gli appassionati di montagna abitanti in pianura, come noi ferraresi, è stato ben presto chiaro che le Dolomiti si sarebbero potute vedere solo con il binocolo e che ci si sarebbe dovuti accontentare dell’Appennino.
In seguito, con il peggiorare dei contagi e la conseguente variazione di colore, anche le zone appenniniche sono diventate una chimera e ci si è rassegnati a rimanere entro i confini comunali di un territorio senza rilievi nemmeno collinari. In questi primi mesi del 2021, in Sezione non ci si è rassegnati e si è continuato a sognare le montagne.
I gruppi e le commissioni, hanno programmato gite e iniziative, successivamente modificandoli, in pratica riducendoli fino ad annullarli, con l’aumentare delle restrizioni e delle limitazioni agli spostamenti.
Il gruppo Seniores, ad esempio, aveva iniziato prevedendo una ciaspolata programmata per metà febbraio, poi posticipandola all’11 marzo, successivamente, con il perdurare del divieto di valicare i confini regionali, la si è sostituita con una camminata al monte di San Luca, confermandone la data.
All’arrivo dell'ennesima restrizione con l'istituzione della zona rossa a Bologna, si era pensato ad un’uscita al Delta del Po, infine, annullando anche questa con l’ennesimo mutare del colore della Regione che ci obbligava alla chiusura entro i confini comunali.
Con il timore di un ulteriore e imminente peggioramento in zona rossa e il conseguente impedimento totale di movimento, abbiamo giocato l’ultima carta possibile: un’escursione a piedi con partenza e ritorno a Ferrara.
Dopo una rapida ricognizione in mountain bike per la misurazione della lunghezza del percorso, la valutazione della garanzia di distanziamenti interpersonali e la lontananza da centri abitati, è partita in rapida sequenza la comunicazione al gruppo con entusiastica adesione, l’informativa al Consiglio Direttivo sezionale per avere l'autorizzazione, l’avviamento delle procedure previste dal protocollo emanato dal Club Alpino Italiano.
Pareva arrivasse l’ultima beffa della zona rossa anche per la provincia di Ferrara e invece ecco una serie di sms serali… “siamo rimasti arancione”, “evviva, niente rosso per noi”, “siamo ancora arancioni, si riparte!”.

La mattina di giovedì 11 marzo, oramai abituati alle regole del "distanziamento sociale" (che brutta definizione sono riusciti ad inventare....) eccoci arrivare, alle 9:30, in ordine molto sparso, al punto di ritrovo presso il laghetto del Parco urbano, allegri come ragazzini pronti a partire per la gita scolastica. Tutti con la mascherina, diamo inizio alle iscrizioni, alla raccolta delle autodichiarazioni, in rispetto dei protocolli emanati dal CAI per le escursioni sociali.

Per facilitare il distanziamento suddividiamo i venticinque partecipanti in tre gruppetti distanziati tra loro e, finalmente, verso le dieci ha inizio l’escursione attraverso il Parco urbano, fino a raggiungere la ciclabile.

Una volta raggiunta via Gramicia, l'abbiamo percorsa tutta fino ad arrivare nei pressi del canile. Era bello perchè tutti chiacchieravano tra loro allegramente, c'era un'aria di vacanza d'altri tempi e al sapore di libertà.

Ben presto, appena superato il canile, ci siamo trovati nella campagna a nord della città e seguendo la strada ghiaiata in mezzo ai campi ci siamo diretti verso l'argine del Po che, per oggi, abbiamo eletto a nostra montagna.

Infatti, per arrivare in zona Canottieri e sull'argine del fiume Po abbiamo piacevolmente camminato in salita.

Percorsi poco più di cento metri sull'argine, siamo subito scesi nella golena anche se il camminare era più disagevole, però assai suggestivo, su di una traccia tra il verde e di fianco ai filari di pioppo.

Per poter oltrepassare un piccolo canale di scolo con acqua siamo risaliti sull’argine e ridiscesi poco oltre e, ancora in terreno golenale, siamo arrivati all’altezza dell’abitato di Francolino.

Risaliti sulla strada arginale abbiamo proseguito alla ricerca di un'area idonea alla sosta pranzo.

Trovata un’ampia area nei pressi della riva del fiume Po ci siamo concessi una pausa di quasi un’oretta, agevolati da una giornata con sole appena accennato e assenza di vento.

Ripreso il cammino, dall’argine siamo scesi in paese e poi seguendo la pista ciclabile ci siamo incamminati verso Ferrara sempre a gruppetti ben distanziati tra loro.

La ciclabile si snoda tra le campagne, molto a contatto con il verde e i campi coltivati e, nonostante la vicinanza della strada provinciale, o forse proprio perchè consente di starne in disparte, crea l'atmosfera della passeggiata.
In effetti, è con quello spirito tranquillo che la stiamo compiendo, anche se sappiamo che alla fine saranno diciannove i chilometri, ma ci siamo dati tutta la giornata di tempo e ce la godiamo tra una chiacchiera e l'altra.

All’altezza di Malborghetto abbiamo imboccato via Conchetta, ricollegandoci a via Gramicia per arrivare prima alla piscina comunale, dove qualcuno aveva parcheggiato l’auto, poi con gli altri ci siamo riportati al punto di partenza, nei pressi del laghetto e all'entrata del Parco urbano.

Prima di salutarci ci siamo fatti dieci minuti di stretching muscolare che, dopo i diciannove chilometri percorsi, sono stati quasi come una medicina. Il tutto in poco più di sei ore, sosta compresa, come da programma.
Ci è mancata la montagna in questa giornata?
Per una volta io credo che no, non ci sia mancata più di tanto.
Troppa la voglia di stare insieme, mascherati e distanziati ma "vicini", risentirsi gruppo, condividere quel senso di libertà consapevole che vuol dire soprattutto stare in amicizia mentre si cammina attraverso la natura.
Ci accontentiamo di poco?
Ognuno la pensi come meglio crede, a noi che siamo "giovani da tanto tempo" va bene così.

Gabriele Villa
Alla ricerca della gita perduta
Ferrara - Francolino, giovedì 11 marzo 2021



Nota. Le foto che accompagnano il testo sono di Sergio Orlandini e di Gabriele Villa.