Si va in montagna? Fortemente sconsigliato, ma non vietato!

di Gabriele Villa


Sabato 7 novembre 2020
. Oramai in questo sciagurato anno 2020 ne abbiamo viste di tutti i colori, ma non è un modo di dire, è la realtà. Gli ultimi colori li abbiamo attesi con ansia perchè ce li doveva dire l'ultimo Dpcm, erano i colori del nuovo semaforo, dipinti dal numero dei contagi della pandemia da Covid-19 relativi alle Regioni e alle conseguenti limitazioni alla viabilità personale. Se sei in regione rossa = stai in casa, se sei in regione arancione = esci solo per andare a lavorare, se sei in regione gialla = puoi andare nelle altre regioni gialle, però tenendo conto che è fortemente sconsigliato, pur se non vietato. Bene, premesso che non ci pare di fare nulla di male ad andare in montagna a camminare nei boschi con tanto di mascherina a portata di mano, allora si parte dall'Emilia Romagna che è gialla, si attraversa il Veneto che è pure regione gialla, si arriva in Trentino ugualmente giallo, perfino nei colori dei larici che con l'autunno mutano il colore in un giallo stupendo. Tris, filotto, Bingo, Tombola, giallo-giallo-giallo: chiamatelo come volete, ma sabato mattina si parte, e la meta sembra un sogno già prima di arrivarci.

Ci sarebbero tante cose da dire su questi bollettini "di guerra" che quotidianamente ci vengono comunicati, sul numero dei morti, dei contagiati, dei guariti (dei quali non si parla mai), delle terapie intensive e dei millanta esperti, politici, immunologi, virologi, tuttologi, mascherinologi che dicono tutto e, a volte, pure in contrasto tra loro.
E no! E' proprio per sfuggire a questa Babele un po' angosciante che scappiamo in montagna nel fine settimana per cui ... silenzio, lasciamo parlare le immagini, le fotografie delle montagne nella loro veste autunnale e con, udite, udite, il bel tempo garantito da un anticiclone stabile.

A due anni di distanza dalla tempesta Vaia molti boschi della Val Canali sono ancora da ripulire dagli schianti che hanno devastato ampie zone mutando in maniera significativa l'aspetto paesaggistico. Andando da Ritonda e Cant del Gal verso i Piereni, una volta si attraversava un bosco fitto, oggi di vedono le montagne attorno alla valle.
I lavori di esbosco sono in piena attività, cataste di tronchi dappertutto e strada chiusa al transito.

A Malga Fosne, dove il vento ha girato alto senza devastare il bosco, il luogo ha mantenuto intatta la sua magia.

Nel bosco sono visibili le devastazioni, ma una pianticella si sta sviluppando proprio sui resti di uno schianto.
Al Col dei Cistri sono invece delle radici oramai rinsecchite che disegnano ipotetici artigli sul verde del prato.    

Quando ci alziamo di quota, e arriviamo ai ghiaioni sotto le rocce, l'ambiente si fa più aspro e sono le guglie e le torri di roccia a dare spettacolo. Il sentiero si dipana alto sopra la valle che da Fiera di Primiero porta a San Martino di Castrozza e, infine, arriva al Passo Rolle. Abbiamo deciso di percorrerlo fino alle tre del pomeriggio e poi fare dietro front in modo da avere due ore abbondanti di luce per il ritorno prima che faccia buio.

Il Cimerlo incombe su Col dei Cistri con la sua cintura di guglie tutt'intorno. Siamo al ritorno e oramai si avvicina l'imbrunire, le luci radenti accenderanno il bosco e i suoi alberi vivacizzando i colori.

Non ci si stancherebbe mai di fotografare gli alberi illuminati dal sole verso il tramonto; è fin troppo facile, basta   puntare l'obiettivo sulle macchie più luminose, lavorare di zoom e scattare la fotografia.

Poco più tardi, al giallo degli alberi si sostituirà il rosso sulle rocce alla testata di Val Canali: la cima dell'Alberghetto è già in ombra, mentre quella del Coro è in una luce che ne esalta le forme massicce e attraenti. Su quella parete ho scalato quattro diverse vie, ma è stato una vita fa e i ricordi prorompono; presto il sole tramonterà e il buio porterà via quei ricordi di gioventù prima che insorga la malinconia per il tempo che è fuggito via.  

Domenica 8 novembre 2020. In autunno i criteri di priorità nella scelta della meta di giornata cambiano: prima opzione va al versante e non può essere che a sud dove ci sarà il sole, poi la verifica della quota neve (se si è scelto di non prendere ramponi e piccozza), poi la panoramicità del luogo per fotografare i colori autunnali, una zona poco frequentata sarà doppiamente gradita. Ovviamente chi è sintonizzato sulla modalità "lotta con l'Alpe" adotterà una scala con priorità decisamente diverse, ma fa parte della libertà di cui si gode in montagna.

Il tergicristallo dell'auto gratta sul parabrezza con un rumore sordo... c'è una patina di ghiaccio, la temperatura indicata sul cruscotto segna 2,5 C°, un colpo di raschietto e siamo pronti a partire... verso il sole.
Andremo verso il Tesino, mentre una notevole fila di auto si dirige, all'incontrario, verso le Pale di San Martino.

Mi sono ricordato del monte Coppolo, cima una e trina, che incombe sul paese di Lamon, del quale è il simbolo.
E' formato da un grande zoccolo quasi completamente ricoperto da alberi e da una parte sommitale che sbuca dal bosco e sulla quale, a somiglianza di una grande muraglia di un castello, si erge la cuspide rocciosa di vetta.

Con l'auto andiamo a prendere la strada per Passo Brocon, raggiunto il quale, abbiamo l'intenzione di salire alla cima ovest, la più alta delle tre, a 2.069 metri, percorrendo la panoramica dorsale erbosa del versante nord.

All'inizio pare un pratone obliquo senza pretese, man mano che si sale, prima si diradano gli alberi, poi si restringe la dorsale e ancora più in alto aumenta la ripidità e si percepisce il vuoto intorno che aumenta.

E' allora che viene naturale voltarsi indietro e il panorama ti avvolge e gli occhi abbracciano l'orizzonte.
Sicché quando ci si torna a girare verso la cima aumenta la voglia di procedere verso l'alto, anche perchè l'ambiente vira da escursionistico ad alpinistico e serve più attenzione e decidere cosa fare.

Nel nostro caso, considerato il terreno a tratti ancora ghiacciato causa la copertura nuvolosa della giornata, abbiamo subito rinunciato all'idea della traversata per creste causa l'esposizione a nord e i residui di neve, puntando alla sola cima principale, da salire in ogni caso con una certa prudenza.

Il crestone che collega le tre cime del monte Coppolo (Cros del Copol, Col di Luna, Cros d'Archil) esercita un forte potere attrattivo, ma bisogna valutare con attenzione. Anche nelle relazioni che si trovano in rete è fortemente sconsigliato percorrerlo, sia con tracce di neve, che con condizioni di scarsa visibilità, e anche con vento forte. 

Ci si consolerà della rinuncia con il panorama dalla cima del Coppolo, visioni prealpine ma di grande suggestione.

Scendendo si avrà il tempo di focalizzare l'attenzione sulla catena dei Lagorai, ma se la si vuole fotografare nella sua interezza credo non basti nemmeno un grandangolo.

Per concludere con una riflessione che faccia riferimento al titolo di questo "Diario Fotografico" mi verrebbe da fare una domanda a chi dice "fortemente sconsigliato, ma non vietato andare..." in montagna, in questo caso specifico. Avrei fatto più danni alla causa anti Covid-19 stando a casa e magari andando in piazza a farmi lo spitz mescolandomi alla massa dei "gaudenti poco responsabili nei confronti degli altri"? Io la risposta la so.

Gabriele Villa
Si va in montagna? Fortemente sconsigliato, ma non vietato!
Val Canali e Monte Coppolo, 7 e 8 novembre 2020