A fil di cielo sulle vette Feltrine

di Francesco Pompoli


Oggi vi voglio portare sul mio percorso autunnale preferito, una lunga cavalcata sul filo di facili creste tra la conca feltrina e la valle del Primiero.
Il percorso è di puro trekking e si presta anche alla corsa in montagna.
E’ interamente esposto a sud, ed una volta presa quota è tutto al sole su splendidi prati e crinali erbosi con tratti di pietrame sciolto.

Partiamo con calma dal Passo di Croce d’Aune, alle nove del mattino del primo novembre, in una splendida giornata di sole con l’aria fresca e tersa.
Saliamo verso l’attacco del sentiero 801 per il rifugio Dalpiaz, ma anziché imboccarlo pieghiamo a sinistra scendendo verso Aune per risalire il sentiero 810 attraverso il ripido Scalon.

Il sentiero si inerpica per più di mille metri vincendo i punti deboli della muraglia che difende gli alti pascoli delle vette feltrine, raggiungiamo la malga Monsampiano e prendiamo la traccia a sinistra che ci porta sotto la cresta sud del monte Vallazza.

Qui comincia il percorso di cresta, si risale fino alla prima cima purtroppo deturpata da un grosso ripetitore e si giunge finalmente in vista della valle del Primiero, e di tutte le cime tra cui svettano cima d’Asta, cima Cece e le Pale di San Martino.
Mantenendo il filo di cresta scendiamo fino al Passo del Pavione e risaliamo verso l’omonima cima per pendii piuttosto ripidi. La troviamo molto affollata, una comitiva di ragazzi si appresta a volare con il parapendio.

La vista dal Pavione è splendida, 1700 metri più in basso si stende la piana di Imer e Mezzano, più in lontananza la conca di San Martino di Castrozza, circondata dalle cime del Lagorai e delle Pale.

Ripartiamo allora, per goderci una maggiore solitudine; si scende ripidamente dal Pavione per poi risalire verso il Col di Luna: sembra di stare sulle montagne russe, un susseguirsi di pendii di erba e rocce bianche che si stagliano sul cielo ora un po’ velato.

Al Col di Luna lasciamo il sentiero, scendiamo verso est sempre a fil di cresta per una traccia evidente, dapprima un po’ ripida e poi sempre più semplice; la percorriamo tutta contornando la Busa delle Vette fino alla forcella sotto Cima Dodici.

Qui si scende attraverso una mulattiera al passo di Pietena, dove si trova la trincea fortificata da cui il partigiano Bruno sparò gli ultimi colpi di mitragliatrice durante il rastrellamento tedesco che distrusse la Brigata Gramsci.

Dal Passo procediamo verso sud prendendo la cresta del Monte Pietena, per poi proseguire verso le Rocche Brune e ritornare verso il Pavionet.

E’ il primo pomeriggio, la luce autunnale comincia a cambiare, ci fermiamo a chiacchierare e goderci il sole perché abbiamo deciso di tornare sul Pavione a vedere il tramonto.

Dalla croce del Pavionet il panorama verso sud è bellissimo, siamo a picco su Feltre e possiamo distinguere la birreria Pedavena dove ci faremmo volentieri un bel boccale di birra!
Verso le quindici riprendiamo il percorso, scendiamo su ripidi ghiaioni verso la malga delle Vette Piccole, passiamo per quella delle Vette Grandi e risaliamo dalla traccia di sentiero che porta alla sella delle Cavallade.

Da qui, in una luce sempre più rossa, percorriamo la scenografica cresta Sud del Col di Luna e risaliamo verso il Pavione. Attendiamo il tramonto fotografando le cime mentre cambiano di colore di minuto in minuto, mentre la luna risale dall’omonimo colle in tutta la sua maestosità.

Sceso il sole riprendiamo la via di ritorno, non senza ripercorrere al chiaro di luna le splendide creste che ci portano con l’ennesimo sali-scendi verso il Rifugio Dalpiaz.

Le ultime foto, inevitabilmente mosse per la poca luce, poi accendiamo le frontali e scendiamo verso il Passo Croce d’Aune per il sentiero 810.

Francesco Pompoli
A fil di cielo sulle vette Feltrine
Monte Pavione, novembre 2017


Nota

L’intero percorso misura 27 chilometri e 2.800 metri di dislivello positivo, ma può ovviamente essere accorciato a piacere.