Tre giorni in Civetta, a caccia di Sogni

di Giuliana Steccanella


Fine settimana, si decide di approfittare del meteo favorevole e dopo varie telefonate per vedere se c'è qualche rifugio aperto, nulla!!!
Ancora tutti chiusi!
Si pensava di stare via tre giorni, di progetti per la testa ce ne sono tanti e non basterebbe una vita per realizzarli tutti.
Ma si deve decidere una meta… poi d'improvviso mi viene in mente il gruppo della Civetta.
Chiamo speranzosa il gestore del Vazzoler e spero in una risposta positiva sull'apertura del rifugio, ma invece anche lui mi risponde che non è aperto e che sale solo per fare dei lavori il lunedì!
Però c'è sempre il bellissimo bivacco a disposizione, ma come fare a portare su tutto per i tre giorni?
Dobbiamo caricarci come muli?
Richiamiamo il gestore chiedendo se ci fa il favore di portarci su uno zaino con le birre, il vino e alcune cibarie, questa volta la risposta è positiva…
Evviva!
Avviso i miei amici che si parte e con tante idee per la testa.
Domenica mattina partiamo presto, Paolo e Fabio, giovani e forti decidono di andare a fare la via Soldà alla Torre di Babele, partiamo ugualmente tutti carichi come muli, invece io e Sergio vogliamo prendercela con calma e voglio che lui mi racconti un po' la sua storia di quando ha fatto le sue salite in quel gruppo.
Già all'inizio passando sotto la Torre Trieste come sempre rimango ammaliata della sua imponenza e la guardo con grande rispetto.
Ma quello che mi colpisce di più è il racconto di Sergio sulla salita in solitaria sulla via Cassin alla Torre Trieste, impressionante!!!
Ma quello che mi impressiona è stata la sua velocità di salita, 4 ore e 40 minuti!!!
Praticamente alle tredici era già alla macchina.
Ma io mi chiedo come una persona possa esser così veloce a fare una via così, con difficoltà elevate!
E io sono lì sotto piccolina e dico dentro di me: certo mi piacerebbe un giorno esser lassù, ma quanto ci impiegherei a salire una via su quella Torre, forse due giorni?
E lui in mezza giornata fa la salita e la discesa?
Nooooo… mi dico, non fa per me!
E ritorno di nuovo ai miei pensieri.

Ma mano a mano che saliamo il panorama si fa sempre più stupendo, cime e cime davanti a me, ma quante vie ci sono da salire? Tante, tantissime e nei ricordi della prima volta che ho visto questo panorama il pensiero va ai miei amici che mi hanno fatto conoscere questi luoghi.
Ringrazio ancora Barbara e Riccardo che con il loro entusiasmo mi hanno portato per la prima volta qua, ero giovane e ancora non scalavo moltissimo al contrario di loro che avevano già fatto delle salite in quel gruppo.
Ero orgogliosa esser lì con loro ed ora ricordarli vuol dire che mi hanno trasmesso la loro passione che ancora oggi coltivo.
Chiacchierando arriviamo al Bivacco del Vazzoler sperando non sia già pieno, ma per nostra fortuna è tutto libero per noi, evviva!
Le coperte, come ci aveva riferito il gestore, erano molto umide, ma la giornata è assolata così mettiamo tutte le coperte al sole ad asciugare.

Dal prato del rifugio la visuale verso la Busazza è super, chiamo Sergio per farmi indicare le vie e quando mi nomina la Casarotto mi soffermo un attimo a pensarlo, a pensare a quello che ha fatto in quel gruppo, un uomo Forte,  temerario e con l'amore per la montagna immenso.
Mi passano per la testa i racconti di Giacomo Albiero, molte volte compagno di Casarotto, racconti carichi, carichi di forza, una forza incredibile, due uomini duri!
Due uomini che ho sempre ammirato.

Nel pomeriggio io e Sergio andiamo a fare quattro passi verso la Torre di Babele per vedere a che punto sono i nostri amici, ma la mia vista spazia anche alla salita dentro il vallone dei Cantoni dove ci sta un altro Sogno ma questo con gli sci, è una salita lunga e impegnativa ed è sempre rimasta lì e chissà se un giorno riuscirò ad esaudire anche quel Sogno!
Ritorniamo al bivacco e decidiamo di prepararci la cena, è presto ma il sonno mi assale, sono le 19:30 andiamo a letto e nel mentre arrivano i nostri amici, li salutiamo e gli diamo la buonanotte!
Ci svegliamo alla mattina senza neppure accorgermi di aver dormito dodici ore di filata!!!
Mai capitato in vita mia!!!

Partiamo per la Torre Venezia per fare la via Andrich - Faè, quando siamo sotto il mio cuore batte forte e mi chiedo se sarò all'altezza per fare questa via.
Ogni volta è così, ogni volta porto rispetto, ogni volta mi chiedo se riuscirò a trovare la via di salita, ma si parte… di solito preferisco fare i tiri pari, mi ci vuole un attimo per riprendermi per entrare in sintonia con la montagna, con la salita…
Poi, mano a mano che salgo, non posso non pensare a chi ha aperto la via, a quegli uomini coraggiosi, molto coraggiosi… se penso a quei tempi, a come hanno aperto la via, con gli scarponi, una corda di canapa legata in vita, quattro moschettoni, alcuni chiodi e cunei di legno… nient'altro!
Sono solo uomini da ammirare!

La salita è molto bella e logica, nelle soste mi giro attorno e scorgo lontano il bivacco Bedin in una posizione strategica, poco più in là ammiro lo Spigolo Nord dell'Agner salito l'anno precedente assieme a Paolo Colli, altro Sogno coronato, sempre con la spinta del Coltri… sì perché lui mi sprona molto ad esaudire i miei Sogni, mi incita sempre e mi appoggia.
Questa passione che abbiamo è forte, forse per lui è ancora più alta, lui vive per la montagna, se gli togli quella muore!

In poche ore siamo fuori dalla via, foto di rito e via verso la discesa, giriamo l'angolo e lo spettacolo che ci appare è a dir poco da sogno, nemmeno la macchina fotografica riesce a immortalare quello che vedo, perché le emozioni non si possono imprimere, quelle sono personali e quelle restano fisse nel cuore di chi le vive!

La discesa è fatta inizialmente di corde doppie già percorse l'anno precedente al rientro dalla Tissi, altra bella via!
La discesa è lunga e quando arriviamo al bivacco siamo molto affamati, tutti ci chiediamo se il gestore si fosse ricordato di portarci su lo zaino, apriamo la porta e… eccolo, il nostro zaino pieno di birra, vino e cibo!
Mangiamo di tutto… e poi decidiamo per il giorno successivo sul da farsi!
L'idea era di fare un'altra via ma, ... forse non ho detto che il Coltri ha subito due grosse operazioni nel giro di due mesi e attualmente dovrebbe esser ancora a riposo, la sua forza d'animo supera tutto, però forse è il caso di non  forzare così decidiamo il giorno successivo di andare a camminare verso il Rifugio Tissi e anche Paolo e Fabio decidono di farci compagnia.
La mattina successiva la giornata si presenta sempre bellissima, sole e cielo azzurro.
Nessuno di noi non era mai stato verso i Piani di Pelsa, pascoli verdi circondati dalle maestose cime dei Cantoni della Civetta, il sentiero è tranquillo e piano piano arriviamo in prossimità del rifugio Tissi.

Il profumo dei fiori mi inebria, mi siedo sul prato ad ammirare la parete Nord/Ovest, è immensa, ci vorrebbe la Guida per decifrare tutte le vie che ci sono, Coltri ce ne indica alcune, una in particolare, il diedro Philipp-Flamm, ma vicino c'è la via Nuvole Barocche aperta da Venturino de Bona e Piero Bez, una via estrema.
Lì ce ne sono altre di vie così… ci sono i due contrasti!
Le vie classiche alpinistiche e le vie per così dire "moderne" di alte difficoltà!
Io mi inchino ad entrambe... chapeau agli alpinisti che le hanno aperte!!!

Tutti e quattro stiamo lì in silenzio davanti a questa parete imponente, ognuno con i propri Sogni…
Sogni che ci tengono vivi…
Sogni ed emozioni che per giorni quando torniamo a valle ci caricano dentro, che ci fanno vivere più a lungo speranzosi di ritornare in fretta tra le montagne…

Grazie amici miei, grazie per avermi fatto passare questi tre bellissimi giorni in vostra compagnia.
Grazie Fabio Bullio, giovane emergente forte Alpinista, grande compagno di scorribande e salite.
Grazie Paolo Colli, lui è già forte di sé… anche lui compagno di salite.
Grazie Sergio Coltri, mio compagno di vita e di salite, lui è il più Forte di tutti, forse un po' troppo forte per me, ma che si abbassa a fare le vie al mio livello perché sa esaudire i miei sogni, ed è per questo che mi incoraggia sempre!

Giuliana Steccanella
Tre giorni in Civetta, a caccia di Sogni
Rifugio Vazzoler, giugno 2017