La Befana con gli apripista

di Gabriele Villa

Ancora una volta, e oramai è per il quinto anno consecutivo, ci troviamo a Pontelagoscuro per realizzare la discesa della Befana dal campanile della chiesa, organizzato dal Comitato Vivere Insieme.

Sono le dieci e noi ci facciamo consegnare la chiave della porta del campanile, prendiamo le informazioni in merito al funzionamento delle campane in modo da non farci rintronare mentre siamo attaccati alle corde e saliamo alla cella campanaria. La giornata è particolarmente limpida, anche un po' fredda ma meno di quanto avessero annunciato le previsioni e, soprattutto, non c'è il vento che, lassù e all'ombra, risulterebbe assai fastidioso.  

Arrivati alle campane svuoto lo zaino e, tirati fuori i cordoni, inizio ad allestire gli ancoraggi per la calata sotto lo sguardo attento di David cui non sfugge nessun particolare, anzi, va a controllare sullo smartphone l'ancoraggio che avevamo fatto l'anno precedente.
"Avevamo raddoppiato tutti gli ancoraggi l'anno scorso..."
"Sì, certo, David... lo faremo anche quest'anno... stai tranquillo..."
Interrompiamo l'allestimento per scendere sulla piazza ed evitare la "scampanata" delle dieci e trenta.
C'è una novità quest'anno, si è aggiunto a noi Lorenzo Michelini, incuriosito dall'iniziativa; sicché ritorniamo sul campanile in tre e, tutti concentrati nella sistemazione delle corde, ci becchiamo la "scampanata" delle undici, ancora più lunga della precedente, riparando sulle scale e tappandoci le orecchie con le mani.

Finalmente siamo pronti per la calata di prova, tranquilli che fino a sera le campane non suoneranno più.
Nonostante siano manovre conosciute e ripetute molte volte, preferiamo sempre "ripassare", così intanto posizioniamo tutto in maniera ordinata, il che ci agevolerà verso sera quando dovremo rifare tutto alla luce delle pile frontali, con un poco di emozione in più e il freddo della sera a complicare le condizioni ambientali.

Non avevo dubbi sul fatto che l'esuberante Lorenzo non fosse venuto solo per osservare gli eventi.
Lui è sempre sorridente, curioso di tutto e si butterebbe in qualsiasi avventura, anche la più strampalata.
E così eccolo che scavalca la ringhiera e si trova appeso alle corde a trenta metri da terra e resterà questo l'unico momento in cui il sorriso gli si attenuerà osservando il punto di attrito delle corde sul tubo della ringhiera.

Lasciamo tutto in ordine, infiliamo la botola che porta alle scale del campanile, diamo un'ultima occhiata e scendiamo per andare a parlare con Don Silvano Bedin, anche per prendere accordi per la manifestazione.
Infatti, avremo un altro "candidato" alla calata che si presenterà nel pomeriggio e così pensiamo di effettuare due discese in corda doppia per intrattenere il pubblico in attesa del buio e della calata della Befana con il sacco dei dolciumi che saranno distribuiti ai bambini che verranno numerosi ad assistere allo "spettacolo".
Il Don è contento della novità che movimenterà ulteriormente la manifestazione e sono contento pure io della presenza di due nuovi giovani: che sia l'effetto della costituzione del gruppo spontaneo "Amici di corda" che abbiamo avviato nei primi mesi dello scorso anno 2016?


 

Verso le cinque del pomeriggio siamo di nuovo operativi; pochi minuti sulla piazza mentre già il Comitato organizzatore è all'opera con lo stand gastronomico, il carro con il "vecchione" da bruciare è stato posizionato, le luminarie sulla piazza creano effetti particolari, nel frattempo avanza l'imbrunire.
Oramai siamo pratici, al punto che ci lasciano anche le incombenze della preparazione dei dolciumi da mettere nel sacco della Befana, ma non tutti altrimenti non riuscirebbe a passare tra le feritoie dei pilastri del campanile; la maggior parte resterà a terra e sarà distribuita con le ceste ai bambini sulla piazza prima del falò.
Ci dà una mano anche Stefano Grigolo, un ragazzone che appare molto composto, quasi fosse l'esatto contrario di Lorenzo e che, assieme a noi, sale alla cella campanaria e scenderà a sua volta in corda doppia.

Don Silvano Bedin è stato contento della novità di quest'anno e ha pensato di presentare i due nuovi come degli
"apripista" per insegnare alla Befana la strada per la discesa e così la racconterà ai bambini come ben sa fare.
Saliamo fin alle campane e iniziamo a preparare le due corde per la calata in corda doppia, lasciando stare le altre due che sono pronte da stamattina e "riservate" alla sola discesa della Befana.
Adesso ognuno si concentra sulla sua parte, si verificano i materiali, ci si controlla a vicenda; sembra incredibile ma si è più attenti qui sul campanile che non in montagna in condizioni di maggiore disagio e pericolo.

 

Però al tempo stesso non ci dimentichiamo di documentare ciò che da domani diventerà ricordo di una giornata un po' fuori dall'ordinario, un'esperienza da tenere a mente e nella quale avremo fatto divertire dei bambini a nostra volta divertendoci e con la sensazione di essere stati utili ad una bella manifestazione.
Intanto nella piazza si stanno esibendo gli sbandieratori con le fiaccole, diamo qualche sbirciata in basso ma non per lo spettacolo bensì per sapere quando finisce, perché cominciamo a congelarci nella brezza della sera.

 

Infine siamo pronti e mascherati, mentre sentiamo la voce di Don Silvano che attira l'attenzione dei bambini verso la sommità del campanile e Lorenzo non nasconde l'emozione.
"Sono più emozionato adesso che non la scorsa settimana quando ho fatto una corda doppia da sessanta metri nel vuoto e al buio." - dice, quasi a volersi scusare.

Poi scavalca la ringhiera e inizia la discesa mentre giù nella piazza si sente crescere l'eccitazione.
Don Silvano commenta al microfono la discesa e così siamo al corrente della situazione e stiamo preparati.
Segue la discesa di Stefano, dopo una breve lotta con i piloni della feritoia che non volevano lasciarlo passare.
Terminata la discesa, ritiriamo velocemente le corde ed eccoci finalmente pronti per l'evento più atteso.
Siamo assai infreddoliti perché è un'ora esatta che siamo sul campanile.
Messa via la macchina fotografica, tolgo i guanti e ci prepariamo per la calata mentre sotto l'eccitazione è al massimo ed è un vociare che diventa sempre più forte.
Non abbiamo portato con noi le radioline per cui mi devo regolare a sentimento, ma senza poter vedere nulla della calata, nel dubbio calo abbastanza lentamente: non sarà un minuto in più a creare problemi.

Appena le corde si alleggeriscono del peso della David/Befana, le recupero e scendo sulla piazza pensando che non vedo l'ora che accendano il falò del "vecchione" per scaldarmi al calore del fuoco.  
Stanno ancora distribuendo caramelle, dolcetti, lecca lecca, ciuppa-ciuppa, mentre le mani si protendono senza sosta fino a che le ceste sono vuote e viene dato il via all'accensione.

Il fuoco prende velocemente e la piazza si illumina mentre il cielo si riempie di faville.
E' sempre uno spettacolo potente quello del fuoco e lo decanta anche Don Silvano, quasi affascinato.
Le fiamme divorano il "vecchione" in un rito propiziatorio che ha sapore di altri tempi. 

La gente pian piano sciama verso casa, le fiamme si attenuano e pian piano si spengono, mentre si consumano le ultime chiacchiere tra la soddisfazione degli organizzatori e anche la Befana e i suoi apripista appaiono visibilmente soddisfatti della loro giornata.

Gabriele Villa
La Befana con gli apripista
Pontelagoscuro, 6 gennaio 2017