Sulle cime sopra Pregasina, da Cima Nodice a Bocca Larici

di Daniele Pregnolato e Filippo Vitali


"Un'escursione dal panorama indimenticabile; salendo da Pregasina si arriva sulle cime che sovrastano il lago di Garda, passando per Cima Nodice e Bocca Larici, dalle quali si apre un'incantevole vista sul lago di Garda e Ledro.
Il ritorno da Passo Rocchetta offre viste mozzafiato sul lago
."
Ormai in parola per una scampagnata col mio amico Filippo, trovai per caso questo curioso itinerario su un sito escursionistico del Garda ben dettagliato ed aggiornato.

Dunque fissata per il 15 gennaio 2016 la data di partenza gli ingredienti per una piacevole giornata, considerando anche il tempo soleggiato che stava attraversando la nostra regione, c’erano tutti.
Il percorso era classificato per escursionisti esperti con un chilometraggio di circa quattordici chilometri ed una tempistica di sette ore per chiudere il giro ad anello con partenza e rientro a Pregasina.
Dunque tutto nella norma col solo dubbio della tempistica a mio parere molto dilatata rispetto alle caratteristiche del percorso che emergevano leggendo la relazione dell’itinerario.
Decretiamo le 7:30 come orario di partenza anche se in cuor nostro sappiamo benissimo che prima delle otto non saremmo partiti in macchina in quanto per natura ritardatari cronici.
Finalmente partiamo, sono le otto passate e Ferrara brulica di traffico, quel tipo di traffico frutto di una società stressata e sempre di fretta.
Con molta attenzione riusciamo a sgusciare tra un’automobile ed un’altra, uscire dal centro città per poi prendere la circonvallazione fino all’imbocco dell’autostrada.
Essendo già in ritardo sulla nostra tabella di marcia, decidiamo di accumularne ancora con una sosta cappuccino e cornetto prima e poi una disperata ricerca di una stazione di metano visto che viaggiare a benzina per noi è come gettare soldi nel pozzo.
Alla stazione di metano, oltre alla classica coda, notiamo come gli autisti diano il meglio di sé, ovvero vale la legge del mezzo più grosso o più furbo per accaparrarsi il rifornimento il prima possibile, cosi ci ingegniamo per non essere schiacciati da due folli anziani in possesso di un Suv senza controllo.
Finalmente arriviamo a Pregasina, frazione di Riva del Garda, dopo aver percorso una stretta salita dichiarata a doppio senso ... che senso non ne ha proprio perché nel caso in cui si dovessero incrociare due macchine, la manovra più semplice sarebbe quella di abbandonarle al loro destino proseguendo a piedi. Parcheggiata la macchina presso la chiesetta del piccolo borgo, non oso guardare l’ora, inizia il lungo rituale per Filippo nel cercare l'abbinamento più corretto per affrontare l'impervia giornata e della colazione per me con l’immancabile intervista del classico vecchio di paese, il quale non aspettava altro che qualche malcapitato escursionista per poter instaurare un lungo e scontato dialogo.
È mezzogiorno e si parte!
La giornata è atomica anche se le rigide temperature ci impongono di forzare le prime salite, prima una rampa cementata ci proietta in un ambiente quasi assomigliante alle grandi foreste e poi un single track nel bosco.
Passo dopo passo inizia il rituale dello spogliarello ... per la gioia dei nostri zaini i quali ormai non avevano nulla a cui invidiare rispetto a quelli dei portatori da spedizione.
Il sentiero sale a zig-zag e piano piano inizia ad offrirci degli scorci sul Lago di Garda.
Raggiunta la giusta temperatura corporea manteniamo un ritmo costante in modo da poter scambiare delle osservazioni e pensieri che al momento ci passavano per la testa e nel contempo osservare l’ambiente circostante, finché il sentiero ci proietta fuori dal boschetto ed il panorama si apre ai nostri occhi.
Iniziano dunque le molteplici pause fotografiche giusto per immortalare paesaggi che non vedevo da tempo, nel mio caso, e chi come Pippo non aveva ancora ammirato.
Noto inoltre una grande precisione nella segnalazione e battitura dei sentieri in questa prima parte dell’anello.
Ripongo dunque la cartina nello zaino e proseguiamo per il panoramico sentiero sulla sponda Bresciana del Garda fino quasi alla località di Limone.
Continuiamo dunque la salita soddisfatti dalle sensazioni positive che ci dava il nostro corpo, almeno nel mio caso, con una perfetta armonia cuore-gambe, ma anche Pippo, culturista, faceva valere la propria esplosività muscolare ottenuta con costanti allenamenti di squat in palestra.
Arriviamo dunque a Passo Rocchetta dove decidiamo di mangiare qualche cosina anche se in questo caso essendo entrambi buongustai si parla di un vero e proprio pasto perché una scampagnata comprende anche il piacere del palato altrimenti si chiamerebbe in un altro modo.
Mentre ci chiedevamo da quale luogo provenissero le voci che avevamo sentito durane la salita ... per un attimo iniziammo a pensare che fosse tutto frutto della nostra immaginazione dilettandoci così a fotografare i riflessi di luce offerti in una tranquillità quasi surreale.
Dopo aver appesantito di squisite prelibatezze il nostro organismo, riprendiamo con calma la nostra marcia in compagnia di un leggero venticello e piano piano ci lasciamo alle spalle il panorama del lago e le cime innevate del Baldo per addentrarci prima in un boschetto e poi in suggestivi prati fino ad arrivare al bivio che ci permetterà di chiudere poi l'anello.
Tuttavia l’invitante prato richiama la nostra attenzione, cosi giusto per accumulare altro ritardo, decidiamo di scendere per fare delle foto e saltare su alcune pozze ghiacciate.
Ad un certo punto, le voci che credevamo essere soltanto nella nostra mente si concretizzano in due figure sfuocate intraviste in lontananza, due signori che stavano compiendo il nostro stesso percorso ad anello nel verso opposto. Immaginando che fossero più informati di noi, decido di risalire di corsa il prato e gli chiedo alcune conferme sulle indicazioni del percorso.

Si soffermano in particolare nel descrivere creste panoramiche, salti di roccette e specificando il loro orario di partenza 9:30 del mattino dalla chiesetta cercando di far trapelare come fosse più complesso il tratto che da lì a poco avremmo dovuto affrontare, ritenendo così la seconda parte del sentiero più impegnativa e meno adatta a soste fotografiche.
(Tengo a precisare che alle 9:30 noi non eravamo ancora giunti a destinazione ... ahaha).
Il sentiero nella seconda parte si presenta quasi da subito nervoso, senza presentare grandi dislivelli, ma caratterizzato da brevi e ripidi strappi alternati a ripide discese talvolta scivolose, quindi in prospettiva della te tempistica più lento rispetto alla prima parte.
Tranquillizzati dall’aver portato le lampade frontali nello zaino, proseguiamo con passo deciso e sicuro le panoramiche creste raggirando varie roccette e facendo attenzione ad alcuni punti quasi esposti al vuoto.
Passo dopo passo prendendo forza ricominciamo a fotografare l'orizzonte e il paesaggio circostante, il Garda alla nostra destra ed il lago di Ledro alla sinistra.
Non ci facciamo mancare neanche la soddisfazione di raggiungere la vetta con il relativo libretto, frutto di un eccellente lavoro da parte di chi per pura passione mantiene questi itinerari per la gioia dei turisti della domenica o meglio del venerdì come nel nostro caso.
Arrivati alla fine del tratto caratterizzato dalle creste iniziamo la lunga ed impervia discesa verso valle.
Si tratta di sentieri non particolarmente veloci con un passaggino su filo metallico che richiede passo deciso e concentrazione massima.
Tuttavia nonostante le piccole difficoltà il tutto è inserito in un contesto storico ovvero le innumerevoli trincee della guerra che trasmettono la sensazione di sofferenza vissuta in quegli anni e l’importanza di ricordare i fatti storici per non ripetere gli stessi avvenimenti che la storia ci ha insegnato.
Continuando il nostro racconto ... la discesa continua fino ad un bivio con Biacesa, ma noi teniamo la destra in direzione Pregasina raggiungibile attraverso un comodo sentiero di bosco il cui fondo è avvolto da un letto di foglie.
Con grande curiosità e perplessità constatiamo guardando il campanile della chiesa che l'orologio segna le 17:00 in punto ... dunque soste comprese abbiamo impiegato cinque ore rispetto alle sette indicate nella relazione.
Chiaramente, consigliandolo vivamente a tutti i lettori, prima del rientro alla propria dimora, un giretto ad Arco con cioccolata in tazza, torta e shopping in giro per i negozi dove, come nel nostro caso, di tutto si è provato ma nulla si è comprato.
Sperando sia la prima di tante altre escursioni ... alla prossima!

“Non cercate nelle montagne un’impalcatura per arrampicare ma cercate la loro anima” (Julius Kugy).

Daniele Pregnolato
Filippo Vitali

Pregasina, 15/01/2016


Impressioni di Filippo Vitali

La parte più avvincente ed entusiasmante è stata attraversare le creste, la soddisfazione di poter cogliere l’essenza della natura osservandola in tutta la sua grandezza, una sensazione di leggerezza di felicità nell’essere riuscito a raggiungere la cima.

Questa esperienza mi ha lasciato nell’animo la voglia di continuare l’approccio alla montagna all’insegna del rispetto della natura.
Ringrazio anche il mio amico Daniele, nonché “guida della nostra piccola escursione”, che mi ha stimolato e reso questa avventura un ricordo indelebile che mi porterò sempre dietro come esperienza di vita.