Albe in Dolomiti - Cima Rosetta

di Francesco Pompoli


Dopo un mese di Luglio passato nel forno padano, con un male di schiena lancinante che mi ha costretto ad una immobile e insonne depressione, eccomi finalmente a San Martino per le vacanze estive.

Tre settimane davanti senza nessun programma concreto, il male alla schiena ancora intenso che non mi lascia dormire la notte né correre di giorno…
L’unica cosa che la schiena sembra accettare è camminare, ma devo inventarmi qualcosa per avere stimoli nuovi che mi diano un motivo per alzarmi la mattina e progettare un’escursione.
Dato che la notte non chiudo occhio la soluzione è semplice… camminare piuttosto che rigirarsi nel letto, e vedere l’alba su una cima sempre diversa, per poi proseguire l’escursione per tutta la giornata.
La prima alba sarà la più semplice da San Martino, cima Rosetta da raggiungere con un salto di 1300 metri. Non so bene a che ora è l’alba ai primi di agosto, comunque metto la sveglia alle 2:00, faccio una bella colazione, mi vesto e alle 3:00 esco di casa e attacco subito la pista del Colverde.
La luna è illuminata per metà, occhieggia tra le nuvole ed ogni tanto sparisce.
Il silenzio nella notte è totale, qualche campanaccio di mucca che riposa sulla pista ma si agita vedendo la mia frontale spuntare nel buio, un camoscio colto di sorpresa scappa dal sentiero sotto il Dente del Cimone. Il mio passo è veloce e regolare, controllato per non sudare, concentrato sui pochi metri illuminati dalla lampada. Alle 5:00 sono in vetta, ma la nebbia mi avvolge. La notte è ancora nerissima, mi sistemo vicino alla croce e per passare il tempo faccio qualche esperimento fotografico notturno, che senza cavalletto ed una buona reflex è destinato al fallimento.
E’ fresco, ma soprattutto umido, mi metto i guanti e quel poco che sono riuscito ad infilare nello zainetto da trail, rimpiango il thermos che di solito utilizzo per le gite invernali, qui farebbe proprio comodo nonostante tutto il caldo patito nell’ultimo mese!

In mezzo alle nubi comincio a pensare che la prima alba sarà un fallimento, difficile che il sole possa sbucare in mezzo al vapore lattiginoso; poi lentamente il cielo comincia a schiarire, virando attraverso tutte le tonalità del viola e poi del rosso, la cima sbuca dalle nebbie.

Mi coglie un'eccitazione ed una frenesia fotografica, è come se dentro di me sentissi nascere l’energia del sole, la sua positività, il suo calore, la nascita di un nuovo giorno, che si ripete immutato dalla nascita del mondo ma che in questo momento sembra un evento eccezionale, commovente.

Mi godo ogni momento, l’istante in cui il primo raggio di sole supera le montagne lontane e mi illumina, l’incedere della palla di fuoco sopra l’orizzonte, i colori ogni istante diversi che illuminano le Pale di San Martino, le vette Feltrine, i Lagorai e Cima d’Asta in lontananza, la sagoma controluce della Civetta ...

... la mia ombra che si staglia nel cielo ancora ricco di vapore e la sagoma scura di Cima Rosetta che si protende sulla valle del Primiero verso Cima d’Asta.

In venti minuti è tutto finito, uno spettacolo che mi lascia tanta voglia di godermi la splendida giornata, e dunque si parte per il Passo Bettega ...

... dove incontro un branco di stambecchi incuriositi dalla mia presenza, la valle dei Cantoni, due pernici che stanno terminando la muta poco sotto la Cima Vezzana, e giù per la Valstrutt ...

... la ripida risalita alle Farangole ed il fuori programma di Cima Mulaz, per godere del panorama delle Pale da Nord.

Infine, la discesa in Val Venegia, un pediluvio nel torrente ed una pennichella nei fantastici prati dei piani della Vezzana e la risalita a Baita Segantini per una meritatissima Radler.
Per concludere il rientro a San Martino, la allungo ancora un po’, passando per i laghi e la forcella Colbricon ed i boschi fino a San Martino.
La schiena mi duole, ma sempre meno di quando sto a letto, dunque … esperimento riuscito.
Già penso alla cima per la prossima alba!

Francesco Pompoli
San Martino di Castrozza, 4 agosto 2015


Itinerario

Distanza 36 chilometri – Dislivello positivo 3.450 metri.
Percorrenza complessiva ore undici, escluse le soste lunghe.