"Oh che bèl ... intòrn Andraz e vesìn Castèl"
foto di Walter De Cassan
testi di Rita Vassalli e Gabriele Villa
La
catasta di legna
“Una
catasta di legna se ben fatta, è bella”, così ha scritto Mario
Rigoni Stern.
Legna da ardere, ridotta a tronchetti diligentemente accatastati tutti
in verticale.
Se
ne stanno a ridosso di un arco nel vecchio muro di una casa, forse un
ripostiglio o una legnaia.
Un
angolo, nello scatto di Walter, che trasmette la bellezza e precisione
di quella catasta così abituale in scorci montani.
Eppure non è lei la protagonista, ma la luce del sole che vi s’incunea.
Una luce calda e dorata che giunge laterale e che esalta l’atmosfera
dando più corpo ai dettagli e alle forme presenti, regalando alla loro
semplicità tonalità cromatiche decise e ombre nette, che mettono in
risalto anche la finestrella che in un altro contesto potrebbe apparire
spoglia.
La
traccia
Una
scia che sembra dividere la coltre bianca di neve.
Un mosaico di impronte che calore o vento dissolveranno col tempo.
Ma ora ci sono, ben visibili.
Come c’è l’escursionista che si allontana all’orizzonte.
Sono lì, a testimonianza del suo passaggio. Nitide, senza digressioni iniziali sul percorso.
Passi decisi che si lasciano a destra e a sinistra due alberelli, unici sforzi della terra verso il cielo.
Piccolo, sul confine tra terra e cielo, quasi risparmiato dal velo che
ricopre quest’ultimo, si profila l’escursionista.
Nella sua solitudine, quasi alla ricerca di respirarne la pace, si staglia sulla cima di un monte che all’orizzonte fa capolino.
Qualcosa è nascosto.
Vai a cercarlo.
Vai e guarda dietro i monti.
Qualcosa è perso dietro i monti.
Vai!
E’ perso e aspetta te”
Rudyard Kipling
La meridiana
Meridiane
o orologi solari verticali, nel bellunese ce ne sono tanti.
Questa, da alcuni anni restaurata, e immortalata da
Walter, è affrescata sul muro di una casa comune di una località del
basso bellunese, poco distante da dove risiede il nostro fotografo.
Bella nella sua semplicità, mantiene un buon equilibrio tra tutti gli
elementi rappresentati anche se, è indubbio, prevale l’aspetto pittorico
che rappresenta il sole.
Un sorridente sole i cui raggi corrispondono alle linee orarie.
Semplice è pure lo gnomone che proietta la sua ombra poco dopo le 11.
Un’immagine che trasmette, nonostante la sua staticità,
movimento legato al moto, non sempre costante, del Sole e buonumore per
colui che si sofferma ad osservarne il sorriso.
Pioggia o altro cattivo tempo, non impedirà al sole di splendere
perennemente su quella casa.
La
traccia sinuosa
Ancora una traccia di ciaspole nella neve fresca, questa
volta non c'è l'uomo che le ha lasciate, ma la traccia ugualmente
racconta qualcosa con la sua sinuosità.
Se si osserva la natura del terreno se ne colgono le ondulazioni e ci si accorge che la traccia ne segue l'andamento, evitandone le pendenze ancorché poco accentuate.
E' la linea che consente di fare minore fatica, segue l'antico istinto del risparmio di energia, quello che ben conoscono gli animali che si muovono nella neve in cerca del magro cibo.
Proprio perchè indeboliti dal freddo e dallo scarso nutrimento, nei loro spostamenti state certi che sceglieranno sempre il percorso che garantisce il minor dispendio di energie, valutando d'istinto i pendii o le zone dove la neve è più scarsa, o dove offre cresta portante che impedisce di sprofondarvi con le zampe.
L'uomo, nonostante le ciaspe ai piedi che limitano lo sprofondare, ha ugualmente seguito l'istinto al pari dell'animale, un comportamento certo frutto di un automatismo spontaneo.
E' per quello che girare d'inverno con le ciaspe in ambiente "non calpestato" è già di per sé una occasione di apprendimento.
Riposo
contemplativo
Cambia la stagione perchè i colori dei larici, che stanno virando al
giallo, ci dicono che è iniziato l'autunno.
Si è placata la frenesia dell'estate e del turismo di massa, la montagna torna poco frequentata e si offre a chi la percorre in una ritrovata tranquillità.
E' stagione di passeggiate, l'autunno, godendo del sole ancora tiepido, soprattutto nelle ore centrali della giornata, e della solitudine dei luoghi che induce alla riflessione, al riposo.
Ecco allora il piacere di una panchina di legno nelle vicinanze di un
caratteristico crocifisso, come spesso se ne incontrano sui sentieri di montagna.
Il fotografo inquadra la ragazza seduta sulla panchina, il crocifisso,
la staccionata, gli alberi in secondo piano, e non a caso "taglia" le
montagne sullo sfondo, non si cura delle loro cime, che in questo caso
distrarrebbero l'attenzione da quel momento di pausa di cui lui è
concentrato a cogliere l'essenza.
Chi ama passeggiare al tiepido sole d'autunno conosce il
languore di questi momenti, come di certo non dimentica il piacevole
tocco della sua carezza, esaltandone il tepore, quasi a voler
esorcizzare il freddo ineluttabile dell'inverno imminente.
Posto telefonico pubblico
Sarebbe interessante provare a fare un esperimento prendendo un campione di ragazzini di ultima generazione di una qualsiasi città di pianura, quelli cresciuti a computer e telefonino per intenderci.
Provare a chiedere loro cosa vedono nella fotografia in questione.
Di certo saprebbero riconoscere la finestra, i fiori variamente colorati, il muro grigio.
Ma quell'ombra grigia, oblunga e con i buchi chiari, cosa potrebbe mai essere?
Forse un disco volante? Un UFO?
Credo che pochissimi saprebbero riconoscere
il segnale di riconoscimento dei vecchi posti telefonici
pubblici, quando esistevano solamente i telefoni "fissi", quelli col
disco da girare per comporre il numero.
Quell'ombra conferisce un tocco distintivo all'immagine e suscita una
spontanea curiosità.
Walter De Cassan è l'autore delle
foto di questo Diario Fotografico.
C'è chi l'ha definito "albergatore sui generis" e probabilmente lo è
davvero.
Di certo è appassionato nel suo lavoro di gestione dell'albergo La
Baita, assieme alla sorella Nives e alla madre Paola.
E' però anche un vero appassionato della montagna di cui è ottimo
conoscitore, uno di quelli che crede nella necessità di difendere la
bellezza e la naturalità dei luoghi e la conservazione delle tradizioni e delle tipicità
locali.
Quelli sono il vero patrimonio sul quale puntare per
farne un punto di forza di una moderna e intelligente attività turistico alberghiera.
I testi delle foto "La catasta di legna", "La traccia",
"La meridiana" sono di Rita Vassalli.
Quelli di "La traccia sinuosa", "Riposo contemplativo",
"Posto telefonico pubblico" sono di Gabriele Villa.