Ciaspolando sotto i Cevedale

 

di Simona Rizzatello e Jurry Roversi


Ma dove andare con un inverno così scarno di neve?
Ecco, partiamo per la Val Martello (il paradiso delle fragole).
Arrivati alla fine della vallata, al rifugio Genziana, parcheggiamo l’auto 
(temperatura alle ore nove e trenta -10 °C).
Il nostro obbiettivo era il rifugio Martello, ma come mèta era abbastanza incerta, in quanto avevamo visto sulla carta topografica la presenza di un “forse” ripido pendio.
Partiamo comunque con la decisione di valutare sul posto una volta visto il pendio.
Dal parcheggio ci incamminiamo attraverso il bosco (sentiero n.150) fino al rifugio Nino Corsi (circa 40 minuti).
Giunti al rifugio ci fermiamo per una piccola sosta.
Si riparte verso il rifugio Martello oltrepassando qualche gradone roccioso che 

nascondeva la splendida vista verso l’Alta Val Martello, che termina sotto i Cevedale.



Qui l’ambiente è ampio e desertico. Qua il rumore non esiste, siamo per nostra fortuna oggi gli unici in questa valle.
Seguiamo le tracce fino al dubbioso pendio. Ci si presenta davanti, finalmente si svela “facile” e non troppo ripido. 

“Ce la possiamo fare”

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



 

 

Si sale con fatica, con a fianco bellissime colate di ghiaccio. Dopo circa 30 minuti arriviamo a un pianoro e li come per incanto si apre un nuovo scenario. 

Ora il nostro sguardo spazia tra i Cevedale e il Gran Zebrù, i ghiacciai si presentano nella loro imponenza. 
Siamo entusiasti e la pace regna sovrana.
Da li raggiungiamo la nostra mèta in 10 minuti, il rifugio Martello a quota 2600.
Ci sentiamo soddisfatti e appagati e il panorama mozzafiato amplifica le nostre sensazioni.


Simona Rizzatello e Jurry Roversi 

17 febbraio 2007