a "Due eventi al FilmFestival di Trento"

di Mauro Loss


Due incontri interessanti e partecipati al Film Festival della montagna di Trento hanno provato a dare una risposta alla domanda di quale sarà la strada che vuole imboccare il CAI nei prossimi anni.
Ne è emerso un resoconto in cui il CAI sarà sempre più interessato a dialogare fattivamente con la politica e che si proporrà per promuovere una corretta risposta alla sempre crescente, in ogni parte d’Italia, domanda di montagna.
Un CAI che non vuole e deve snaturare le sue tradizioni, la sua storia e sfruttare le sue peculiarità, le sue forse ad iniziare dalle Scuole di alpinismo e scialpinismo.

In serata sul palco del Teatro Sociale si è svolta l’evento “Grandi maestri per grandi scuole”, una riflessione pubblica sul ruolo e le prospettive delle Scuole di alpinismo e scialpinismo del CAI condotta dal giornalista e blogger Pietro Lacasella e dall’alpinista Tamara Lunger.
Hanno partecipato il presidente generale Montani, l’istruttore nazionale Mauro Loss neopresidente della CNSASA, l’istruttore Margherita Scoppola, l’istruttore e guida alpina Gabriel Perenzoni e un mito dell’alpinismo italiano come Sergio Martini fondatore della Scuola CastelCorno di Rovereto e settimo uomo a completare la salita di tutti 14 ottomila della Terra.
Due video interviste a Marco Benedetti e a Franco de Battaglia hanno introdotto la serata parlando, supportati da bellissime immagini d’epoca, della nascita delle Scuole di alpinismo e scialpinismo della SAT e del ruolo svolto al loro interno da Bruno Detassis e da altri grandi alpinisti.
Mauro Loss, neopresidente della Commissione Nazionale Scuole di Alpinismo e Scialpinismo e componente l’organico della scuola Giorgio Graffer, ha raccontato con i numeri – oltre 200 le Scuole del CAI diffuse da nord a sud dell’Italia, hanno più di 7.000 istruttori e raggiungono più di 10.000 allievi l’anno le Scuole e la loro capillare attività.
Gabriel Perenzoni, guida alpina e istruttore del CAI, sulle immagini della sua cavalcata su tutti 42 quattromila della Alpi, ha parlato di sicurezza e di bellezza dell’andare per monti.
La scialpinista Margherita Scoppola anche lei istruttrice del CAI, ha evidenziato come la domanda di montagna che vada oltre la semplice escursione fai da te sia aumentata moltissimo una volta passata la pandemia e ciò costringe le Scuole del CAI e dei suoi volontari ad un impegno sempre maggiore e puntuale.
Il progetto Eagle Team, ideato da Matteo Della Bordella, dal CAAI e dal CAI, è stato al centro della domanda fatta al presidente Montani un progetto che si ripropone la costituzione di un gruppo di giovani alpinisti che possano, in futuro, fare da traino e anima per i giovani e far si che si comprenda sempre più quanto il nuovo corso del CAI voglia riportare l’alpinismo nel Club Alpino Italiano.
Sergio Martini, infine, ha emozionato tutto il pubblico in sala con i suoi aneddoti collegati alla sua attività alpinistica e di istruttore negli anni Sessanta e Settanta.
Ha concluso la serata, tra gli applausi di un teatro più che entusiasta, l’esibizione del Coro della SOSAT, che ha omaggiato Ennio Morricone interpretando in maniera magistrale alcuni dei suoi brani più famosi.

Il dibattito del tardo pomeriggio in piazza Cesare Battisti ha visto come protagonista il presidente generale del CAI Antonio Montani, che non si è tirato indietro nel rispondere senza remore alle domande del direttore del giornale “il Dolomiti” Luca Pianesi e degli ambientalisti di “Protect Our Winters”, Sofia Farina, e di “Ci sarà un bel clima”, Michele Argenta.
Le domande molte delle quali legate a temi di stretta attualità ed ambientali hanno visto il presidente dichiararsi contrario all’uso turistico degli elicotteri e per nulla favorevole alla realizzazione della pista da bob di Cortina per le Olimpiadi del 2026 così come ha bocciato la realizzazione di nuovi impianti di risalita specie in siti di pregio e già indicati dall’Unione Europea come sito protetto definendoli progetti di “di retroguardia e senza prospettiva alcuna”.
Per quanto attiene i rapporti con la politica è stato molto duro affermando che negli '40 anni la politica tutta ha sempre ignorato la montagna. In futuro il presidente spera che si riesca ad adeguare a uno stile più sostenibile sia l’alpinismo che l’escursionismo.