al commento a "Ferrata delle Aquile, due morti"

di Cristiano Pastorello


Sono assolutamente d'accordo e pensare che il tutto è stato realizzato anche per permettere e sostenere l'apertura estiva degli impianti fa ancora più male.
Non tanto perchè a priori sia contrario alle infrastrutture in montagna, ci sono, tutti noi le utilizziamo, mi spaventa molto invece la non capacità di tutelare il patrimonio naturalistico e paesaggistico delle nostre montagne.

Le vie della parete Sud della Paganella sono abbandonate e pure la roccia è molto bella.
Si continua ad abituare la gente all'emozione usa e getta, le si dà l'opportunità del selfie facile.
Se poi penso che l'opera in questione è stata pure sostenuta con fondi pubblici da quella Provincia che si vanta di aver la maggior superficie tutelata d'Italia mi pare che caschiamo costantemente nell'ipocrisia.
La ferrata delle Aquile è l'esempio eclatante, ma non la trovo molto differente dalle falesie zeppe di vie insulse o da interi settori super chiodati strappati ai boschi.

Quindi ben venga l'iniziativa del presidente del CAI di Verona e speriamo che non rimanga isolata, a patto che si spieghi ai Soci il perchè di questa decisione, perchè il problema fondamentale di tutto questo è che in un certo momento si è smesso di fare ed insegnare cultura permettendo l'avanzata dell'ignoranza che, mascherata da diritto di libertà, rischia di portare il mondo della montagna alla totale anarchia.