a "Escursioni post alluvionali sul confine tra Zoldo e Cadore" di Gabriele Villa

di Giovanni Mari


Caro Gabriele, appena sentite le notizie sul disastro provocato da questa ondata di maltempo, che ha investito anche Val di Zoldo, ho subito pensato a te, amante e conoscitore di quella terra: ho avuto  il pensiero che non ti saresti accontentato solo di sentire le notizie riportate dai media, ma che certamente qualche cosa ti avrebbe spinto a recarti sul posto. Ed è stato così!!

I miei amici scout del Veneto hanno fatto girare sui social un comunicato del CAI Veneto che ho provveduto a condividere anche con te. Tu però eri già sul posto. Spero che  la situazione possa in un qualche modo rientrare in una fase di non criticità che dia a tutte le persone che hanno vissuto e che vivono questa situazione di disagio di riprendere lentamente la loro normalità.

Quello che mi preoccupa è la fretta che ho sentito in varie interviste di poter riaprire gli impianti il più presto possibile. Non vorrei che questa fretta possa far dimenticare i principi di sicurezza delle persone e degli impianti. Capisco che per loro la stagione invernale è dal punto di vista economico molto importante ma la fretta, a volte, è cattiva consigliera. 

Penso spesso, in questi giorni, ai posti che abbiamo visto quest'anno, insieme a tutti gli amici "senior" di Ferrara da Val Pramper, al Rifugio Fiume, a Val Canali ecc.
Come saranno ora? Si saranno salvati ?