a "La grotta del Marucol" di Eugenio Cipriani
di Chiara Maietti
Il sogno di ogni speleologo è quello di trovare una nuova grotta.
Non c'è speleologo, che guardando una piccola apertura nella roccia dia
uno sguardo al suo interno, magari avvicina pure una mano per avvertire
aria in movimento.
Inesorabilmente si inizia a fantasticare su quello che ci sarà oltre, si
programmeranno giornate da dedicare ad un sogno, e non importerà se si
farà fatica, sarà stretta, bagnata, fangosa, l'importante è scoprire
qualcosa che nessuno ha mai visto, alle volte, nel pieno della fatica,
nel pieno di una delusione per un ramo che termina, si dirà "ma chi
me lo ha fatto fare", altre volte non si penserà a nulla, ma sarà
bellissima, saranno bellissimi gli aneddoti da ricordare e tramandare
agli speleologi futuri, racconti che per lo più saranno orali come le
vecchie tradizioni, e come tali si trasformeranno ...
Mi ha fatto sognare questo racconto, come quando si esplora una
nuova grotta.
Vedo che ti sei fatto affascinare da quella scoperta, sei andato a
ricercarla.
Se entri nel sito della Federazione Speleologica Veneta, alla pagina
dieci del 17esimo volume di "Speleologia Veneta" potrai leggere di un
campo speleologico sul massiccio delle Pale, viene citata la "Grotta di
Eustachio al Marucol" probabilmente è Lei.
Torna a cercare la piccola apertura a circa 26 metri più in basso, a
sinistra dell'ingresso principale, se vai d'estate potresti sentire aria
che esce dall'apertura che cerchi.