a "Con le ciaspole nel piccolo regno delle 5 Torri
d'Averau" di Gabriele Villa
di Silvia Cariani
Il primo sole è pallido e la sua luce dorata sfiora radente il manto
nevoso sotto le torri che la nebbia svela diradandosi lentamente.
I piccoli alberetti rimasti senz'aghi sono bianchissime e raffinate
statue di ghiaccio e la delicata tessitura dei loro rami non fa davvero
intuire la loro necessaria grande forza vitale.
Così la vita veglia il nudo cuore della montagna, un enorme masso
spaccato capace di raccontare mondi perduti intrappolati tra gli antichi
strati rocciosi e di catturare lo sguardo portandolo inesorabilmente
verso le cime possenti, attraverso aspri profili che a volte sembrano
rivelare precari equilibri.
Così è facile sentirsi piccoli, ma in qualche modo protetti, mentre
si penetra come formiche in quel luogo di giganti, dove l'ultimo
caduto dopo il crollo del 2004 ci impressiona la vista lasciandoci
immaginare il boato che deve aver riempito le valli circostanti.
Qui termina il bellissimo percorso e, mentre il cielo schiarisce,
possiamo tornare.
Grazie per la bellissima esperienza!
Silvia