a "Solleder-Lettembauer alla nord ovest della Civetta"
di Alessandro Zerbini
…. prima serata al Monodito dopo le vacanze Natalizie...
In palestra c’è fermento più del solito, è stata allestita una tavolata
piena di dolci, salatini di ogni tipo per festeggiare il compleanno di
Francesca.
Tutti gli invitati sono arrivati: il Consiglio Direttivo del Monodito,
frequentatori abituali, sporadici e quelli solo per sentito dire (Ghelli e
Chicco).
Tutto procede come da copione, auguri, foto, scherzi alla festeggiata, fin
quando non viene consegnato il regalo: una foto del Civetta con evidenziata
la via Solleder-Lettembauer alla parete nord ovest, il tutto incorniciato
con dedica e firma di tutti gli invitati.
Superficialmente dentro di me ho pensato : “Un bel pensiero da attaccare
in casa....”.
Non appena Chicco inizia a descrivere i passaggi, numero dei tiri, sviluppo
della via, qualcuno chiede:
“Ma tu l’hai fatta?”
“Sì. - risponde - Col DOC!”.
E qui è scattato qualcosa dentro di me difficilmente spiegabile a parole.
Sentir parlare di arrampicata tecnicamente difficile, difficoltà di
lettura/orientamento della via, protezioni scarse, tiri in A1, punti con
venti metri di corda fuori senza protezione, cascate d’acqua, vie di fuga
praticamente nulle, è stato di un impatto impressionante.
Soprattutto quei “venti metri di corda fuori” senza protezione mi han
dato “fastidio” tanto da mettermi di fronte alla parete strapiombante del
Monodito e dire a David: “….allora venti metri di corda fuori….
sarebbe come fare questa parete slegato quante volte? Booo? Mi vengono i
brividi solo a pensarci… fammi sicura va là che provo a salire legato”.
La nottata non è stata delle più tranquille, sempre la foto della parete e
della sua via davanti agli occhi non mi dava pace. Dopo un sonno travagliato
sentivo la necessità di maggiori informazioni.
Acceso il PC, con una facile ricerca su Google eccola lì con tanto di
relazione, storia, apritori e ripetizioni tanto da incappare addirittura in
una foto del DOC con link a intraigiarùn.
Com’è piccolo il mondo.
Intanto che c’ero come non
leggere il racconto/intervista di Gabriele Villa agli unici due ferraresi
che l’anno ripetuta.
A distanza di quasi undici anni dalla ripetizione, posso confermare che le
parole usate da Chicco nel descrivere l’impresa sono state praticamente le
stesse riportate da intraigiarùn: con eccezionale fervore e determinazione
ha infuocato indubbiamente gli animi degli aspiranti arrampicatori padani…
Guarda caso quest’anno ricorre il novantennale dell’apertura della via e
senza peccare di presunzione, un giretto in Civetta sarebbe di rito; anche
arrivare sotto l’attacco della via sarebbe già un successo.
Nota della redazione
Ci sembra doveroso precisare i nomi delle persone citate con il solo
soprannome.
"Chicco" è Michele Scuccimarra, il "DOC" è Paolo Gorini.