a "Compiti per le vacanze"  di Maurizio Caleffi

 

di Rita Vassalli

 

Per carità, ogni critica può essere costruttiva. E questa è prima di tutto una critica.

A mio modesto avviso, ritengo pure sia costruttiva perché di stimoli per meditare, come compito per le vacanze, ce ne sono. Quindi non vedo perché quasi “scusarsi” di non voler insegnare niente a nessuno, quando invece implicitamente, nella velata ironia dello scritto questo emerge, ribadito più esplicitamente col consiglio finale.

Ma ben venga!

Ogni luogo di lavoro, soprattutto quelli che hanno a che fare con una variegata utenza, non è certo scevro da teatrini simili a quelli descritti in Compiti per le vacanze.

Cambieranno i luoghi, ma le nevrosi quotidiane le vivi e rivivi ovunque, ma capisco anche che non è il catapultarsi in una realtà paradisiaca come può essere l'ambiente di Malga Sorgazza che le fa dimenticare tutte.
Soprattutto se la permanenza in paradiso è breve e non certo annuale come quella dei gestori.

Ma i consigli son sempre ben accetti.
Magari tanti avventori di un locale, lettori di intraigiarùn, si rivedranno nelle macchiette descritte da Maurizio.

E chissà, forse quando la loro intelligenza emotiva incapperà in uno sgradevole linguaggio non verbale degli occasionali gestori (frequente pure quello), capirà quante ne devono sopportare
aldilà della barricata.

Magari la prossima volta che si ritroveranno in un locale per svago ed auspicata evasione, attueranno su se stessi un po' di training autogeno e riusciranno a godersi di più “lo stacco” dalla vita frenetica di città e dal suo logorio (senza bisogno di un Cynar!).

Ma... è tutto molto soggettivo e relativo.