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di Rita Vassalli
Per carità, ogni critica può essere costruttiva. E
questa è prima di tutto una critica. A mio modesto avviso,
ritengo pure sia costruttiva perché di stimoli per meditare, come
compito per le vacanze, ce ne sono. Quindi non vedo perché
quasi “scusarsi” di non voler insegnare niente a nessuno, quando invece
implicitamente, nella velata ironia dello scritto questo emerge,
ribadito più esplicitamente col consiglio finale. Ogni luogo di lavoro,
soprattutto quelli che hanno a che fare con una variegata utenza, non è
certo scevro da teatrini simili a quelli descritti in
Compiti per le
vacanze. Ma i consigli son
sempre ben accetti. Magari la prossima
volta che si ritroveranno in un locale per svago ed auspicata evasione,
attueranno su se stessi un po' di training autogeno e riusciranno a
godersi di più “lo stacco” dalla vita frenetica di città e dal suo
logorio (senza bisogno di un Cynar!). Ma... è tutto molto
soggettivo e relativo.
Ma ben venga!
Cambieranno i luoghi, ma le nevrosi quotidiane le vivi e rivivi
ovunque, ma capisco anche che non è il catapultarsi in una realtà
paradisiaca come può essere l'ambiente di Malga Sorgazza che le
fa dimenticare tutte.
Soprattutto se la permanenza in paradiso è breve e non certo annuale
come quella dei gestori.
Magari tanti avventori di un locale, lettori di intraigiarùn, si
rivedranno nelle macchiette descritte da Maurizio.
E chissà, forse quando la loro intelligenza emotiva incapperà in uno
sgradevole linguaggio non verbale degli occasionali gestori (frequente
pure quello), capirà quante ne devono sopportare
aldilà della barricata.