a "Sette Passi nella neve" di Stefano Toninel

 

di Roberto Avanzini

 

 

Ho letto volentieri il racconto di Stefano Toninel  Sette Passi nella neve" perché vi si legge la passione, la vera passione.

Infatti, penso che sia solo quella che spinge a scammellarsi per dei giorni nella neve fino al ginocchio, se non oltre,  per riuscire a salire una via.

Anch’io ho fatto delle cose simili; ricordo una tragica camminata durata tutto il giorno, con  un metro di neve fresca, per raggiungere la cima della Val di Leno, per poi scoprire che le cascate erano praticamente ricoperte di neve.

Oppure un’altra, nel gruppo della Presanella, per aprire una via nuova di ben 60 metri (sì, avete letto bene, sessanta) e ritrovarsi in cima ad un dosso con 80 centimetri di neve marcia e le scarpette da arrampicata.

Allora ricordo benissimo di essermi sentito un perfetto idiota, ora invece me lo rimembro con grande piacere e divertimento.

Sono convinto che tra qualche anno i due protagonisti del racconto proveranno le stesse sensazioni mie ricordando i ”Sette Passi”.

Per uno strano fenomeno negli alpinisti rilassati e non afflitti dalla sindrome della moltiplicazione ”metri fatti x grado di difficoltà” queste cose pazzerelle assumono contorni epici che le rendono esperienze comunque soddisfacenti.

Comunque, per la prossima volta, auguro ai nostri due viaggiatori miglior fortuna e belle salite!