a "Diario del 27° Corso di Alpinismo del CAI Piacenza" di Gabriele Villa

 

di Camilla Maggi

 

Nel mezzo del cammin di nostra vita ci ritrovammo per una selva oscura, che la diritta via era smarrita….

Eravamo un gruppo di ignari che una sera di marzo si presentò al CAI, timorosi ma intrepidi e vogliosi; ignorando la scritta posta alla sommità della porta “LASCIATE OGNI SPERANZA, VOI CH’ ENTRATE “, entrammo spavaldi nell’oscuro ignoto.

Subito si presentò LucioCaron dimonio urlando: ”GUAI A VOI, ANIME PRAVE”, battendo chiunque indugiasse con una cartelletta gialla e traghettando noi povere anime al posto a noi designato, assegnando inoltre a ciascuno un girone e un demon ... scusate ... un istruttore.

Furono così creati gironi di ogni sorta. Dei golosi, destinati in eterno ad assistere a succulenti banchetti mendicando un assaggio sempre negato; dei violenti, in cui si era costretti a darsi piccozzate fino allo svenire; dei dannati a soffrire di mal di pancia arroccati sui monti; delle anime destinate a far nodi e manovre sempre più complicate; dei paparazzi, questa una fine orrenda; degli schivatori di sassi….

I condannati spinti da diverse e bizzarre motivazioni si sono ritrovati in quest’avventura, diversa dal normal vivere. Sempre tutti coraggiosi partecipammo a incontri teorici, tenuti da un sommo oratore e a uscite su irti e impervi monti e selve selvagge.

Durante codeste uscite ognuno era in compagnia di un’altra anima, segnata dalla stessa sorte, e del proprio istruttore, dispensiere di massime strampalate.

Lo scopo di tutti i 39 incontri era ottenere un alleggerimento della propria pena, l’essere graziati ottenendo un sudatissimo attestato. 

Come cornice di tutto questo, i dannati hanno imparato (più o meno bene) ad andare per monti, a far manovre, salire e scendere nelle più avverse condizioni…

Grazie al tetro ambiente, ai demoni che avevano l’arduo compito di insegnare e alla strana voglia delle anime di imparare, il periodo di soggiorno in questo mondo è stato piacevole e, a parer mio, troppo veloce.

La speranza di tutti noi è quella di mettere in pratica le due cosette apprese e di continuare a salire aspri monti.

Comunque: non illudetevi, o demoni, di non sentir più parlar di noi, poiché lo scontar della pena non è concluso e una volta incontrati non vi libererete così facilmente di noi….

Grazie.