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NOTIZIE.
18/10/2007 - Torna "Inseguendo i profili" con il famoso alpinista austriaco Kurt Diemberger

Quest'anno, ottantesimo di fondazione della Sezione CAI di Ferrara, la rassegna "Inseguendo i profili" si incentrerà sull'unica presenza del noto alpinista, scrittore e cineasta Kurt Diemberger che sarà alla Sala Estense alle ore 21:00 di giovedì 25 ottobre 2007, per presentare una serata dal titolo "Passi verso l'ignoto".

 Kurt Diemberger è nato a Salisburgo (Austria) nel 1932, ma risiede da molti anni in Italia.
E' alpinista di fama, cineasta e documentarista di successo, brillante scrittore, ha al suo attivo sei “ottomila” ed è l’unico alpinista vivente ad averne scalato due in prima assoluta: il Broad Peak nel 1957, senza portatori e senza respiratori d’alta quota ed il Dhaulagiri nel 1960, sempre senza respiratori. (Questo primato lo condivide con il famosissimo Hermann Buhl con il quale partecipò, ancora giovanissimo, alla spedizione che raggiunse la vetta del Broad Peack).
Gli altri "ottomila" raggiunti sono il Makalu (8463), l'Everest (8850), il Gasherbrum II (8035), il K2 (8611).
Diemberger non si è dedicato soltanto alle montagne, ma è stato attratto anche dalle foreste, dai deserti di ghiaccio e di sabbia, da tutto ciò che riserva un fascino ignoto e quasi ogni anno vi si è recato per un'esplorazione o un’ascensione verso nuove e segrete frontiere.
E' autore di vari libri e di una ventina di film che hanno vinto premi internazionali in tutte le manifestazioni del settore.

 

 

 

 

 

 

 

 


Kurt Diemberger con Eugenie Buhl, Moglie di Hermann, al Film festival di Trento nel maggio 2007.                    
(Foto di Carlo Caccia tratta da INTOtheROCKS)

Nel suo bellissimo libro "Tra zero e ottomila" (Zanichelli editore - Bologna) così è scritto nel suo "profilo".
"Un sorridente sognatore, un tranquillo turista in cerca di cristalli, arrivò sulle Alpi a cavallo di una vecchia bicicletta, un pezzo da museo regalatogli dal nonno, e ben presto sbalordì il mondo degli alpinisti con le sue imprese, conquistandosi anche in Italia la fama di grande specialista delle Pareti Nord: nord del Gran Zebrù, nord del Cervino, nord dell'Eiger, nord delle Grandes Jorasses..." 

Nel 1986 sul K2 scomparve la sua compagna di cordata e di lavoro Julie Tullis, e si compì una delle maggiori tragedie dell'alpinismo moderno: Diemberger fu l'unico superstite di due sfortunate spedizioni. Dopo questa tragica esperienza ha scritto:
"Molti oggi mi chiedono se conto ancora di tornare lassù. Si aspettano un no, ovviamente. Eppure, io lassù non ho soltanto perso degli amici, ma vi ho vissuto con loro, prima. E loro stessi hanno trovato la loro vita lassù. Del resto, a questo punto della mia esistenza non potrei cambiare facilmente. Sono trent'anni che vivo fra le grandi montagne, ho bisogno di essere con loro e credo che non potrei fare diversamente. La mia vita continua ad essere là, anche se ne raggiungerò la cima solo ogni tanto".
Questa frase certamente è quella che maggiormente "descrive" l'essenza dell'uomo Diemberger e del suo innato istinto che continua a portarlo a vivere avventure sempre nuove ed a seguire i suoi passi ...verso l'ignoto, verso la scoperta e la conoscenza.