NOTIZIE. 16/01/2006 - Morto, all'età di 94 anni, Heinrich
Harrer, uno dei primi salitori della nord dell'Eiger.
E' difficile leggere sui
giornali locali delle nostre pianeggianti lande padane, così periferiche
alle montagne, notizie di alpinismo che non siano legate a una qualche
disgrazia o a morti, più o meno accidentali, di escursionisti e
alpinisti. Proprio una di queste notizie flash, infilata fra alcune altre,
nelle pagine di attualità de La Nuova Ferrara di domenica 8 gennaio,
recita: Morto Harrer, conquistò l'Eiger. All'età di 94 anni è morto
il leggendario scalatore austriaco Heinrich Harrer che conquistò la
notorietà con la prima scalata dell'Eiger nel 1938 e con la sua
avventurosa fuga dalla prigionia inglese. Lo scalatore si rifugiò in
Tibet dove conobbe il Dalai Lama diventandone amico. A livello
internazionale Harrer è conosciuto per avere scritto "Sette anni in
Tibet", libro dal quale il regista francese Jean Jaques Arnaud trasse
il celebre omonimo film. Dello stesso autore, aggiungiamo noi,
"Il ragno bianco",
libro nel quale racconta della prima salita e la storia dei precedenti
tentativi di scalare la parete, molti dei quali conclusisi tragicamente.
Heinrich Harrer era in cordata con Fritz Kasparek quando, la mattina del
21 luglio 1938, nel tratto inferiore della parete nord dell'Eiger, fu
raggiunto e poi superato dalla cordata formata da Anderl Heckmair e Ludwig
Vorg. Il giorno successivo le cordate austriaca e tedesca arrampicarono
separatamente, ignorandosi, poi, dopo un improvviso peggioramento del
tempo, si unirono per raggiungere, dopo altri due giorni di scalata la
vetta dell'Eiger, alle 15.00 del 24 luglio. Nei tentativi degli anni
precedenti all'ambita parete nord dell'Eiger erano morti ben otto
alpinisti a causa della lunghezza della via, della complessità
della parete e dei notevoli pericoli oggettivi, oltre che dei repentini
cambiamenti di tempo. Con Heinrich Harrer scompare l'ultimo dei componenti
la cordata austro-tedesca che risolse uno dei più ambiti "ultimi
problemi" alpinistici delle Alpi: Ludwig Vorg era morto già nel 1941
(cadendo come soldato in Russia), Fritz Kasparek nel 1951 (precipitando su
una vetta delle Ande), Anderl Heckmair, pochi anni orsono,
ultranovantenne, dopo avere speso la sua vita come guida alpina. Per chi
volesse saperne di più sull'Eiger e la sua storia alpinistica si
consiglia la lettura di EIGER di Toni Hiebeler, collana Exploits della
Dall'Oglio editore, edizione 1974. Un libro un pò datato, ma ancora
valido.
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