Ice >>

Expedition>>

Rock>>

Incontri>>

Ski >>

Experience

HomePage>>

News   www.intraigiarun.it


NOTIZIE.
10/02/2011 -
I Vaj ghiacciati delle Piccole Dolomiti, molto spesso paradiso, qualche volta inferno

Incontrammo una volta dei vicentini in escursione alle Piccole Dolomiti (ed è stato veramente tanti anni fa) e parlammo con loro di quello stupendo gruppo montuoso e li ascoltammo raccontarci le loro escursioni e descriverci percorsi e luoghi in termini entusiastici.

"Ma la cosa più bella è salire il Vajo dei Colori con la neve crostosa e la luna piena. E' un'esperienza stupenda. Dovete provare."
Ci era rimasta impressa quella frase e, assieme al mio compagno di arrampicata di allora Stefano "Bat", decidemmo che avremmo cercato l'occasione di provare quell'esperienza e, io credo, avemmo la fortuna di trovare delle condizioni eccezionalmente favorevoli.

Ricordo un viaggio allucinante di quasi quattro ore per arrivare da Ferrara fino a Campogrosso per via del traffico del pomeriggio-sera poi, una volta calzati i ramponi e impugnata la piccozza, tutto fu perfetto: il manto nevoso uniforme, una crosta in cui i ramponi mordevano scricchiolando, non un solo cedimento o sfondamento nella neve dura e la luna ad accompagnarci con la sua luce delicata.

Alle due fummo di ritorno all'auto e alle cinque del mattino mi ero coricato a letto, alzandomi poi regolarmente per essere in ufficio alle otto: nessuna stanchezza quella mattina, l'adrenalina scorreva ancora, la soddisfazione per l'avventura mi dava una carica che si sarebbe esaurita solamente alla sera nella conferma che quella era stata veramente un'esperienza stupendamente unica.

Questo è il più bel ricordo in assoluto della risalita di un Vajo delle Piccole Dolomiti, ma ne ho tanti altri, così come ne hanno tutti gli appassionati frequentatori del mondo particolare rappresentato da quelle montagne non imponenti ma ricche di uguale fascino.

Le Piccole Dolomiti invernali sono molto frequentate da escursionisti, alpinisti, scialpinisti e ultimamente anche da ciaspolatori che ne risalgono i Vaj e ne percorrono i sentieri o i Boali e, quando ci sono le condizioni, l'attività è stupenda e anche sicura.


Domenica 31 gennaio "c'erano le condizioni" e, abbandonate per una domenica le ciaspole, siamo andati in un gruppetto alle "Piccole", per un'escursione con piccozza e ramponi. Arrivati al Pian delle Fugazze ci siamo portati a Campogrosso e da qui ci siamo diretti lungo il sentiero E5 verso il Boale dei Fondi, anche se poi ci siamo fermati prima, poco più avanti del Prà dei Angeli.

Non era necessario andare oltre per divertirsi, anche perchè alcuni piani di scorrimento sui quali erano "transitate" slavine di neve bagnata offrivano una crosta dura e pressata sulla quale era un piacere muoversi coi ramponi, anche per chi tanto esperto non era.

La giornata era fredda e nuvolosa, sicché la neve è rimasta perfetta per tutta la giornata, goduta a pieno da tutti.

 


 

Si diceva... "se ci sono le condizioni".
E cosa succede se la settimana successiva si verifica un rialzo significativo delle temperature?

Succede che probabilmente le condizioni della neve rimangono abbastanza buone, ma variano decisamente le condizioni di sicurezza.

Se poi le giornate del sabato e della domenica, (quelle più frequentate dagli escursionisti e alpinisti), sono di bel sole, il riscaldamento aumenta, ecco insorgere il pericolo di caduta di sassi e di rottura delle cornici di neve che si formano all'uscita dai Vaj e, negli imbuti degli stessi, quasi sempre è impossibile sfuggire ad una scarica di ghiaccio e sassi che arriva improvvisamente dall'alto anche a considerevole velocità.

Ecco se il 30 e 31 gennaio "c'erano le condizioni", il fine settimana successivo 5 e 6 febbraio, con il rialzo termico e splendide giornate di sole, l'indice di pericolosità era cambiato completamente, schizzando oltre la soglia di sicurezza.

Difficile però stare a casa proprio in giornate di bel tempo e sole, e allora non deve sorprendere quella specie di "bollettino di guerra" emesso dai giornali nei giorni seguenti il fine settimana.

Occhio quindi e occorre consultare attentamente le previsioni del tempo, con particolare riguardo alle temperature, e chiedere sempre informazioni in loco sulle condizioni non solo della neve ma anche sulla sicurezza generale dei pendii.
 



Il Gazzettino - Domenica 6 febbraio 2011 - Muore vicentino di 64 anni caduto in un canalone durante un'escursione sulle Tre Croci.
RECOARO. Il corpo di un esperto scalatore, ritrovato ieri senza vita nel Vajo Fratta Grande: affrontare i canaloni ghiacciati, con piccozza e ramponi, era la sua grande passione e anche l'altro ieri, venerdì, attorno alle 7, era uscito della sua casa di Vicenza per trascorrere una giornata in montagna, nello splendido scenario delle Piccole Dolomiti. Una passione che gli è risultata fatale perchè è precipitato per un centinaio di metri ed è stato rinvenuto senza vita ieri mattina. Nessuno potrà mai sapere cosa possa essere successo, né l'ora esatta del tragico volo, che non ha avuto testimoni. Alla base dell'incidente mortale potrebbe esserci una scivolata, ma l'alpinista, scalatore esperto e conoscitore del luogo, era equipaggiato bene. Più facile, secondo gli esperti, che a tradirlo possa essere stata una lastra di ghiaccio o un blocco di neve che si sono staccati, forse complici il rialzo delle temperature, facendolo precipitare a valle. Non è escluso che proprio ghiaccio e sassi possano avere travolto l'alpinista, che aveva profonde ferite al capo. (Ma era senza casco. NdR)

A vedere il corpo in fondo al canalone (ma prima sono stati notati alcuni oggetti in mezzo alla neve, tra cui il thermos che aveva con sé) e
a dare l'allarme sono stati, attorno alle 9, tre alpinisti che hanno probabilmente percorso lo stesso tragitto, in direzione della cima, scelto dalla vittima il giorno precedente. Constatato il decesso da parte dei militari, dopo il nulla osta del magistrato la salma è stata ricomposta e, vista l'impossibilità di risalire lungo il canalone, è stata recuperata utilizzando un verricello, fatto calare dall'elicottero.


L’Arena.it - Lunedì 07 Febbraio 2011
- Cima Carega, slavina travolge gruppo di escursionisti.
È un bilancio drammatico quello del fine settimana per la montagna, al confine con la provincia di Vicenza e Trento.
LE SLAVINE. Cinque escursionisti veronesi nella tarda mattinata di ieri stavano risalendo il Vajo Battisti, che parte a due passi dal rifugio Cesare Battisti - La Gazza nel territorio comunale di Recoaro. In base a una prima ricostruzione, dalla sommità si sono staccate due slavine di sassi e ghiaccio che li hanno investiti. I cinque, che avevano passato lì la notte, sono rientrati al rifugio; tre di loro erano rimasti feriti.
Il gestore, vedendo in particolare uno di loro in stato di choc per un trauma cranico, ha dato l'allarme al 118 che ha fatto alzare in volo l'elicottero di emergenza di Trento. I tre sono stati accompagnati in ospedale a Valdagno. Il marito è stato ricoverato con un codice medio, sua moglie e un amico se la sono cavata con lesioni più lievi. Da quanto è emerso, la frana sarebbe stata causata dalle alte temperature che hanno fatto sciogliere il ghiaccio in quota, e che si è portato con sé i massi di monti assai friabili.
LA CADUTA. Un alpinista è invece scivolato lungo il Vajo dei Colori, nei pressi di Malga Campo, sul versante del gruppo del Carega in Comune di Vallarsa (Trento). Il ferito, un vicentino di 42 anni, è scivolato per circa sessanta metri in un canalone ghiacciato mentre si arrampicava sulla parete rocciosa. L'allarme lo hanno dato i suoi compagni di escursione. A causa della zona impervia, si è reso necessario l'intervento dell'elisoccorso, che ha raggiunto il ferito recuperandolo e trasportandolo poi all'ospedale Santa Chiara di Trento.
Qui l'alpinista, al quale i sanitari trentini hanno riscontrato la frattura di una tibia e un modesto trauma toracico, è stato sottoposto agli esami di routine: nessuna lesione interna. «È stato miracolato», hanno detto gli amici, vista la caduta.