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NOTIZIE.
07/06/2006 - Dalla stampa riprendiamo alcuni dati e curiosità riguardanti l'Everest.

Da "Il Resto del Carlino" di alcuni giorni fa riprendiamo alcuni dati e curiosità che riguardano l'Everest. Accompagnano un'intervista all'alpinista bergamasco Simone Moro, all'indomani della sua conquista in solitaria della montagna più alta della terra, avvenuta il 20 maggio. Peccato che, come spesso succede, nell'intervista si dia più spazio "alla sensazione" piuttosto che "all'informazione". Pare infatti, leggendo l'intervista, che l'aspetto più eclatante dell'impresa stia nel fatto che Simone Moro, rientrando dalla vetta, abbia visto ben sette cadaveri di alpinisti morti e rimasti sulla montagna. Più interessante, a nostro parere, un occhiello che accompagna l'intervista e che riportiamo di seguito. Una nota senza grosse pretese storiche, ma che suggerisce qualche spunto di riflessione, per chi la vuol fare, sull'evoluzione o involuzione o degenerazione o commercializzazione o banalizzazione dell'alpinismo "moderno". Di quell'alpinismo dove pare sia importante solo esserci, a tutti i costi, in tutti i modi e a qualsiasi prezzo, anche senza averne titolo, nè capacità specifiche.


EVEREST. Da impresa estrema per pochi pionieri ad avventura alla portata di (quasi) tutti.
Dal periodo pionieristico per pochi eletti all'alpinismo di massa in soli 56 anni. E' la trasformazione più evidente dei quattordici 8000 della terra: concentrati tra Himalaya e Karakorum, hanno vissuto la fase dell'esplorazione negli anni precedenti il secondo conflitto mondiale. Nel '53 il neozelandese Edmund Hillary, con lo sherpa Tensing Norgay, arriva sul tetto del mondo: gli 8848 metri dell'Everest, il più ambito. Nel 1973 anche gli italiani portano cinque alpinisti e tre sherpa in cima. La svolta è comunque opera di Reinhold Messner che nel 1978 arriva in vetta senza ossigeno e senza sherpa. Poi si cambia, l'alpinismo non è più elite. Si sviluppano organizzazioni professionali anche tra gli sherpa: non più semplici portatori, ma guide che accompagnano clienti. Oggi sui sentieri che portano al campo base dell'Everest, ai piedi della cascata di ghiaccio del Cwm occidentale - tra escursionisti impegnati nel trekking e semialpinisti che poi tenteranno la scalata - c'è traffico da grandi città. Spesso senza preparazione adeguata. E con un vizio cittadino: tonnellate di rifiuti sulle cime non più incontaminate.

Un altro occhiello interessante fornisce qualche dato sull'Everest e su alcune curiosità che comunque fanno capire l'attenzione e l'ambizione, anche esagerata e insensata, che questa montagna è stata in grado di scatenare.


EVEREST, altezza 8848 metri; battesimo da Sir George Everest nel 1865; salito la prima volta nel 1953; in prima solitaria nel 1980 da parte di Reinhold Messner
. A fine 2004 risultavano saliti in vetta 2.249 scalatori, 186 erano gli scalatori morti nel tentativo di ascesa e 120 circa i corpi rimasti sulla montagna. Il 10 maggio 1993 il giorno con il maggior numero di arrivi in vetta: ben 40 alpinisti. Infine alcuni dati curiosi delle ultime settimane: il neozelandese Mark Inglis, 47 anni, è il primo uomo privo di gambe ad arrivare in vetta (ha usato due protesi ed ha dovuto pure ripararle durante la salita); Takao Arayama, giapponese, è lo scalatore più vecchio a scalare il tetto del mondo: ha 70 anni. Leo Oraction, 32 anni, è il primo alpinista filippino a raggiungere la meta.

Di questi ultimissimi giorni è la notizia dello sherpa che si è spogliato sulla vetta, rimanendo nudo per tre minuti con l'intento di entrare nel guiness dei primati per lo spogliarello più alto del mondo. Una news che lascia veramente ... senza parole.