Ricordi di una "prima"
di
Francesco Cinti
"Una
splendida giornata"... dice proprio così una famosa canzone di
“Vasco”, ed è la frase più giusta per provare a descrivere e a condividere con voi le sensazioni provate
sabato in quel di Arco.
Là, nelle immediate vicinanze del Lago di Garda, sulle pendici del Monte
Baone che nascondono nella rigogliosa vegetazione una piacevole e non difficile via di arrampicata,
quindici “picchiatelli”, stavano dando vita ad un’uscita pratica del “CF4”, nome in codice di una
speranza, che si sta traducendo in realtà. Insieme a quegli occhi che brillavano di gioia per le emozioni
che si stavano vivendo, ho incominciato a formare le mie “ali” per volare libero su alte vette e
sorridere con altri amici per le avventure che porteremo a termine.
A conclusione di quella giornata, non mi rendevo ancora conto
dell’avventura che avevo affrontato e, come accecato, non riuscivo a vedere i momenti più salienti perché
troppo concentrato ancora a ripercorrere nella mente, la via vinta e a rivederne tutti i passaggi, per
carpirne i suoi segreti e i punti da migliorare. Il sorriso e una stretta di
mano sono segni di spontaneità
e sincerità, atti semplici, ma di profondo significato, proprio così, anche di più del superamento di
alcuni passaggi tecnici che mi hanno messo alla prova e mi hanno divertito molto. Solo il giorno dopo,
con la mente libera, tutto mi è stato più chiaro.
Quel momento mi ha riempito di soddisfazione ed è
stato quando il mio capocordata, in vetta, mi ha stretto la mano sorridendo.
Quelli sono istanti
incredibili, che non dimenticherò.
In futuro spero, saranno tante le volte che stringerò la mano a qualcuno
per l’avventura conclusa, ma vedete, la prima volta è indimenticabile perché per me segna l’inizio
di un lungo cammino con altre persone, che volta per volta mi costruisce nel mio essere persona e
alpinista.
Come anche rimarrà
impresso nella mia mente quel Lago di Garda, che
luccicando ai raggi del tiepido sole primaverile,
ci sorrideva come per
volersi complimentare con noi per l’impresa portata a termine.
In quello stesso specchio d’acqua così azzurro, vedevo rispecchiare
l’animo di ciascun partecipante, ognuno con le proprie ambizioni e soddisfazioni, ma tutti legati
dall’amore per la montagna.
Questo mio pensiero vuole essere sia un modo per ricordare ed esprimere le
emozioni che ho vissuto, sia un ringraziamento a tutti i nostri capicordata e amici che hanno
partecipato alla “spedizione” sui monti del Garda, in particolare ai miei compagni, con cui ho
maggiormente condiviso i sorrisi di quella giornata.
Un ultimo ricordo va anche a chi, per motivi diversi
non ha potuto essere presente e rendere disponibile il proprio valore umano e tecnico, ma sono sicuro
che non mancheranno in futuro altre occasioni per essere tutti assieme.
Ferrara,
Giugno 2004
|