Compiti per le vacanze
di Maurizio Caleffi
Prendendo spunto
dall’amico Roberto Avanzini e dalla esperienza di gestore di un locale
pubblico quale il nostro (Malga Sorgazza), mi viene in mente che troppo spesso ci si
trova “fuori posto”.
La fase estiva del nostro lavoro ci porta spesso ad avere a che fare con
situazioni veramente bizzarre: la sensazione è quella che a volte alcune
persone non si rendono conto né di dove si trovano, né di come a volte
le proprie maniache abitudini dovrebbero essere messe da parte in questi
luoghi.
Altre volte può capitare anche di rendersi conto che alcune domande che
ti sono rivolte dalla clientela, sono sempre le stesse e questo spesso
ti porta a rispondere in modo non del tutto cordiale come converrebbe.
Non per questo non ci dobbiamo sforzare di essere gentili e disponibili
con tutti, ma se è vero che la verità sta sempre in mezzo, l’elenco che
ne seguirà aiuterà (spero!?) a capire come a volte dalla nostra parte
della barricata sia difficile mantenere sempre il controllo.
Prima di partire per le vacanze, leggete queste due righe, date loro il
giusto peso: non abbiamo la pretesa di insegnare nulla a nessuno!
Semmai un consiglio di mettere da parte tutte le vostre manie (ognuno le
ha!) e vivere, almeno durante le pause, in modo semplice ricordando che,
come dice Mauro Corona, “La vita è come scolpire: bisogna togliere
per arrivare all’essenziale”.
Incominciamo quindi con una giornata tipo, partendo dal momento in cui
si apre il bar.
Panico da mancanza campo
Se c’è un motivo per dire che questo è un posto bellissimo, può essere
perché qui i telefonini prendono pochissimo: appena passato il laghetto
addirittura nulla assolutamente!
Molte persone non sanno di questo fatto: sembra incredibile che in un
territorio come il nostro possano esserci ancora zone non servite dai
gestori di telefonia mobile.
Ma per alcuni questa cosa è quasi inspiegabile: come è possibile che
l’ultimo ritrovato in fatto di tecnologia con mille optional, foto,
filmati, internet e altre diavolerie, qui non funzioni?
E allora spesso la mattina osservi quasi divertito i tentativi degli
ignari possessori di questi inseparabili congegni, di cercare un campo
che incredibilmente non c’è!
È altrettanto curioso vedere che per prima cosa, usciti dall’auto, non è
che si guardano intorno ad ammirare il paesaggio, ma con gli occhi
incollati al display, iniziano una originale danza propiziatoria,
camminano in circolo come sciamani, alla ricerca di misteriosi campi
magnetici.
La sindrome
dell’autogrill
È molto interessante notare
come spesso la nevrosi cittadina si prende possesso delle persone anche
quando sono in gita o in vacanza. La sindrome da me denominata
dell’autogrill è un tipico esempio di come, nemmeno nei periodi di
relax, uno si possa rilassare.
Quando i gruppi di persone arrivano qui a bordo dei loro mezzi, si
fiondano nel bar e incominciano ad ordinare caffè e cappuccini appena
varcata la soglia, subito dopo la seconda domanda è: “… dov’è il
bagno?”.
Se almeno i gruppi facessero un ordine unico o delegassero uno solo di
loro ad occuparsi delle ordinazioni, ci sarebbe meno confusione e meno
possibilità di errori da parte nostra.
Anche al momento di pagare si fa tutto di corsa perché bisogna partire
in fretta, se no si fa tardi, e così mentre stai ancora facendo i caffè
degli ultimi entrati, devi metterti al registratore di cassa a fare
conti ed assistere alla piacevole scenetta di chi vuole assolutamente
offrire il caffè e di chi invece non accetta il piacere.
Rappresentazione per altro di gran successo, infatti viene replicata
quasi tutti i giorni.
Insomma, entrate tutti insieme, fate un ordine unico e delegate uno solo
al pagamento dell’intera consumazione: sembra difficile, ma vi assicuro
che alcuni lo fanno e le cose si svolgono sicuramente nel migliore dei
modi e in maniera più spedita (per altro, vi assicuro che se si
aspettano cinque minuti le montagne nel frattempo non spariscono).
Servizio info meteo
Prima di uscire per affrontare l’escursione programmata una delle
domande che spesso ti viene fatta è sul tempo.
Ora bisogna fare alcune considerazione in merito, prima fra tutte che la
meteorologia non è una scienza esatta e sentirsi chiedere che tempo farà
può voler dire che:
- non ti fidi di
quelle che hai letto a casa
- non le hai lette
a casa
- Preferisci
sentirtele leggere dalla melodiosa voce (soprattutto di prima
mattina) del barbuto gestore
- Credi che il
gestore sia uno specie di stregone che annusando l’aria e guardando
le nuvole e i fondi di caffè, sia in grado di fare quello che a
volte nemmeno quelli del servizio meteo dell’Aeronautica
Militare riescono a fare: prenderci con assoluta certezza!
Vi assicuro che a
volte, quando banalmente osi solo un attimo dire che nel pomeriggio
potrebbe piovere (ovvio!!!...si sa che in montagna è quasi sempre
così!!), ti viene immediatamente chiesto a che ora ciò si avvererà.
Io spesso rispondo a questa domanda ricordando che viviamo in un paese
dove nemmeno treni ed aerei sono in orario… immaginiamo la pioggia!!
Servizio toilette
Tasto dolente di tutti i locali pubblici! Spesso ci si rende conto
che nel tuo locale esiste solo il bagno e purtroppo alcune volte non
viene utilizzato con la normale educazione che ogni singola persona
dovrebbe…. e dico dovrebbe, avere. Provate solo ad immaginare quanto sia
sgradevole e imbarazzante nei confronti della propria clientela, dover
rimediare a situazioni alquanto sgradevoli derivanti dall’inciviltà di
un solo individuo che lascia il servizio igienico in condizioni
indecenti. Soprattutto mettetevi una mano sulla coscienza e una nel
portafoglio e magari quando uscite fate almeno una consumazione!
I tempi di percorrenza
Problema irrisolvibile che emerge a fine gita e al ritorno.
Se ti viene chiesto quanto ci vuole ad arrivare al rifugio e tu
rispondi: “Dipende!”, non è per scortesia!
Si sa che i tempi di percorrenza sono soggettivi e il gestore non ti
conosce e quindi non può sapere se tu sei o non sei in grado di
rispettare quelli ufficiali C.A.I./S.A.T.
Nel mio caso poi per arrivare al rifugio Brentari a Cima d'Asta servono
tre ore circa.
Al ritorno c’è chi si lamenta perché ce ne ha messe cinque e chi, forse
per fare lo “sborone”, dice che ce ne ha messe solo due.
Punto uno, due o cinque, l’importante è arrivare e tornare!
Punto due, se si prendono dieci persone, saltano fuori dieci tempi
diversi… se non undici!
Dipende quindi! Specialmente se si è in gruppo, i tempi vanno sempre
calcolati in base a quello più lento.
La prenotazione
L’errore che spesso fanno alcuni escursionisti è che pensano:
“Vado al rifugio: non sto a telefonare per prenotare, tanto un posto c’è
sempre!”.
Sbagliatissimo!!! Prenotare è importantissimo per una serie di motivi:
- si dà il modo al
gestore di prepararsi ad accogliere il cliente
- si dà il modo al
cliente di essere certo che al suo arrivo troverà sicuramente una
sistemazione non casuale
- Il motivo meno
appariscente, ma più importante è che avendo prenotato al rifugio
c’è qualcuno che sa che stai arrivando. Se durante la salita succede
un inconveniente che ti attarda o addirittura ti impedisce di
muoverti, sicuramente qualcuno ti verrà incontro. Viceversa se al
rifugio il gestore non ti aspetta e tu sei bloccato da una semplice
slogatura alla caviglia, la possibilità di passare una notte fuori è
molto probabile, con tutti i problemi che ne derivano.
Vale la pena anche di
ricordare che sarebbe buona abitudine lasciare sempre detto dove si ha
intenzione di andare: o a voce al punto di partenza o, meglio ancora,
lasciando un biglietto sul cruscotto della macchina, in bella vista, con
nome, data, destinazione e data prevista del ritorno. Non lo fa mai
quasi nessuno, ma sarebbe auspicabile che tutti avessero questa
accortezza!
Il menù
All’ora di pranzo, e più tardi di cena, si svelano tutte le
problematiche dell’alimentazione.
Se uno non fa questo mestiere, nemmeno si rende conto di quante e quali
allergie alimentari ci sono e di come sia difficile farvi fronte.
A parte quelle reali al glutine, ai latticini, ai funghi, ed altro,
permettetemi di affermare che molte sono assolutamente fobiche. Basta
citare di una cliente che a suo dire era assolutamente intollerante ai
latticini, e si è sbranata mezza porzione di formaggio fuso del suo
compagno! Sicuramente sarà il formaggio della Sorgazza che ha capacità
terapeutiche, a saperlo prima, si potrebbe aprire un ambulatorio……
Poi ci sono i vegetariani; quelli più intransigenti e quelli che non
disdegnano di assaggiare un pezzo di salsiccia.
Ci si rende conto di quante volte sia difficile prendere un ordine al
tavolo dove sono sedute persone che non sanno cosa scegliere, e che
magari prima ti chiedono una cosa, e poi quando gliela porti ti dicono
che non era quella desiderata. Alcuni ordinano un sacco di roba e non
riescono ovviamente a finirla, altri che chiedono le mezze porzioni e
nonostante tutto si lamentano che è troppo!
Ma è al momento del caffè che la comitiva si scatena!
A tal proposito vi racconto un aneddoto: una sera al rifugio, un gruppo
di persone aveva terminato di mangiare e il gestore, che conosco
benissimo e stimo altrettanto, chiede ai commensali se volevano il
caffè.
Le richieste a quel punto incominciarono a fioccare. Il gestore non fece
una piega, prendendo nota accuratamente di tutto quello che era
richiesto (del tipo quindici persone, sedici caffè differenti!!).
Poi andò in cucina, mise sul fuoco la moka più grande che aveva e quando
fu pronta la portò a tavola dei suoi clienti esclamando: “ Ecco signori,
qui c’è tutto quello che avete ordinato!”
Ora io non posso fare la stessa cosa: non sono in un rifugio a 2500
metri di quota e sarei tenuto a soddisfare le richieste della clientela,
ma quando in modo arrogante e perentorio ti si chiede un cappuccino
assolutamente senza schiuma perchè…. "io l’aria non la pago!!",
la storia della moka appena raccontata non può non tornarti in
mente!Anche perché ….. vuoi mettere l’aria della Sorgazza?!
I conti separati
Nessun italiano sceglie il regime di divisione dei beni al momento
del matrimonio, eppure tristemente in Italia vi sono sicuramente più
separazioni che litigi al ristorante.
Questo dato non riesce però a rassicurare il cliente e soprattutto le
comitive.
Ancora una volta le comitive! Sia inteso, non sono tutte così: con
alcune di esse, anche se molto numerose, si lavora benissimo e tutto
fila liscio come l’olio.
Al momento di pagare non chiedete mai i conti separati!
Semmai, proprio proprio, fate il totale e dividete equamente fra i vari
partecipanti.
Non mettete il gestore di fronte alla spiacevole situazione di rifiutare
alla vostra richiesta di pagare solo quello che avete consumato.
Se si va a mangiare in compagnia si sta tutti insieme e si paga tutti
insieme.
Se proprio non volete sorprese concordate con il gestore un menù a
prezzo fisso, ma a quel punto non aggiungete nulla a quanto
precedentemente concordato.
Lo sconto
Non avete idea di quanto sia spiacevole sentirselo chiedere!
Se il gestore potrà farlo vi avrà già fatto il miglior prezzo possibile
o magari vi offrirà la grappetta di fine pasto.
Ritengo comunque che non solo nella ristorazione sia una cattiva
abitudine chiedere lo sconto, ma anche in tutti gli altri campi del
commercio. Per alcuni clienti è ritenuta cosa dovuta, ma vi assicuro che
per il proprio lavoro è assai svilente: vi garantisco che da parte
nostra cerchiamo sempre di dare il massimo!
Bancomat e carte
di credito
Accertatevi sempre che nei locali dove intendete andare siano previsti
questi servizi.
La tecnologia telefonica, anche se ormai diffusissima, non è sempre
presente in locali come il nostro e ancor di più nei rifugi di alta
quota. Accertatevene prima!!! La vostra preziosa tessera magnetica non
serve a nulla se non ci sono i collegamenti telefonici e quindi per
sicurezza, portatevi un po’ di contante.
Gli orari
Sono indispensabili per il riassetto della cucina e la pulizia del
locale.
In genere quando si è in stagione si cerca di essere flessibili: si sa
che il nostro lavoro è stagionale e quello che si fa in estate è quello
che ti permette di campare nei periodi “magri” di bassa stagione.
Se comunque arrivate in un locale abbondantemente oltre l’orario di
cucina, non insistete affinché vi sia dato quello che non vi può essere
dato!
E soprattutto non rinfacciate al gestore (mi è successo e ovviamente ho
perso le staffe!!) di non voler lavorare a sufficienza nei periodi di
massima stagione! Molto probabilmente riuscirete a scoprire
immediatamente di quanto sia possibile far perdere la pazienza a uno che
lavora!
Anche la puntualità è importante: se vi dico che alle 12,30 vi do da
mangiare e lo faccio mezz’ora dopo avete tutti i diritti di lamentarvi
ed eventualmente di tentare il pranzo in un altro posto!
Ma se fermate un tavolo allo stesso orario e arrivate in ritardo senza
magari avvisare non lamentatevi se il vostro tavolo è stato dato ad un
altro.
Una volta ho aspettato sei clienti che sono arrivati oltre due ore dopo
l’orario di chiusura del locale.
Si sono meravigliati che non li abbiamo serviti, addirittura si sono
proposti per utilizzare loro la cucina per farsi da mangiare! Fate voi!
Le telefonate
È usanza telefonare ai rifugi e ai punti di appoggio in montagna per
avere informazioni e per sapere quali sono le condizioni per affrontare
la gita programmata.
Nulla da obiettare a tal proposito, basta che non si ricada nella
tentazione di chiedere se pioverà o meno (vedi capitolo precedente!). La
cosa però deve essere fatta in orari opportuni.
Mi spiego meglio: spesso le telefonate per avere informazioni avvengono
durante orario di pranzo o cena quando si è presi dal servizio in sala e
il tempo per stare al telefono è nullo.
Spesso le telefonate si protraggono per rispondere a domande assurde o
per avere approfondimenti che possono essere dati direttamente qui sul
posto senza essere richiesti prima.
Non solo: proprio l’altra sera un tipo mi ha telefonato alle 22,45 per
chiedermi se il rifugio Brentari era aperto il giorno dopo. Gli ho
chiesto come mai non avesse direttamente chiamato il rifugio per
saperlo: lui mi disse che aveva provato, ma nessuno rispondeva e io
replicai dicendo che forse a quell’ora erano già a letto, esattamente
come lo eravamo noi!
Spero che abbia recepito il messaggio, ma dubito fortemente!
Viviamo, perché abbiamo scelto di farlo, in un posto meraviglioso, ma
facciamo un mestiere assai difficile.
Probabilmente tutti i mestieri lo sono, ma ci farebbe piacere poter
conservare un po’ della serenità che questo luogo ci trasmette, così da
restituirla con il nostro sorriso, magari proprio alle persone che si
portano sempre dietro lo stress dal quale tutti noi cerchiamo di
evadere.
Quando nei vostri fine settimana o nelle vostre ferie siete in preda
alla sindrome dell’autogrill, pensate che voi siete in vacanza e chi è
dietro al banco sta lavorando.
Bevete il caffè che vi fanno assaporandolo con un po’ di calma e
lasciate orologio e telefonino in auto.. tanto, se serve, o è scarico o
non c’è campo!
Se sentite il desiderio irrefrenabile di correre, provate a pazientare
un attimo: domani è lunedì e, purtroppo, la vita frenetica di città vi
accontenterà al più presto!
Maurizio
Caleffi (Mauri)
Malga Sorgazza, settembre 2008
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