a
"Mala tempora currunt…"
di Gaetano Soriani
di
Gabriele Villa
Mi aveva colpito il racconto di Gaetano per la fervida fantasia con cui
era stato scritto, caratteristica che peraltro lo contraddistingue in
quasi tutti gli scritti che ha inviato a intraigiarùn.
In "Mala
tempora currunt..." la fantasia era peraltro molto
"verosimile", cosa che avevo sottolineato nel redazionale che
accompagnava la pubblicazione del racconto:
"Questa volta vi proponiamo un bel
racconto di fantasia, di Gaetano Soriani, il nostro autore centese.
Fantasia fin che si vuole, ma la storia non è affatto inverosimile,
tutt'altro, anzi, nella realtà a volte succede anche di peggio di quanto
viene raccontato da Gaetano."
Beh, mi è capitato di leggere, due mesi
dopo, una notizia su di un quotidiano che mi ha riportato alla mente il
racconto di Gaetano e che qui voglio proporre con un copia-incolla per
una lettura da meditare.
[ Passo
delle Erbe, 7 agosto. Un chiassoso corteo funebre interrompe la festa
della Svp, il partito di lingua tedesca che da 60 anni governa l'Alto
Adige. In testa al gruppo c'è l'albergatore-ambientalista Michil Costa,
in mano stringe una piccola bara nera. «Salutiamo il Munt de Antersasc
nato 250 milioni di anni fa e morto nell'estate 2010», recita la
partecipazione in ladino consegnata ai politici sbigottiti. Non è un
vero funerale, ma un colpo di teatro per protestare contro la
costruzione di una strada da Passo Juel a malga Antersasc, nel bel mezzo
del Parco naturale Puez-Odle, uno dei siti messi dall'Unesco nella lista
dei patrimoni dell'Umanità.
Questo è solo l'episodio più eclatante di quella che in Alto Adige è
chiamata «la guerra di Antersasc».
Su un fronte ci sono gli abitanti della valle, i Verdi e la Federazione
dei protezionisti sudtirolesi; sull'altro la Provincia - che ha
autorizzato i lavori - e il Bauernbund, la potente associazione dei
contadini. Ieri gli ambientalisti hanno vinto la prima battaglia: il
Tribunale amministrativo regionale di Bolzano, infatti, ha bloccato il
cantiere. «Non avevamo dubbi - esclama con soddisfazione Costa -
Antersasc è un tesoro nazionale da tutelare. Certo, questo non è un
abuso edilizio simile a quelli che si vedono nel resto d'Italia, ma è
una ferita in uno dei luoghi magici delle Dolomiti».
Ma facciamo un
passo indietro. Nei mesi scorsi - nonostante il parere negativo della
Commissione ambiente - la Giunta provinciale aveva approvato la delibera
che dava il via ai lavori.
Il progetto prevedeva una carrozzabile larga due metri e mezzo e lunga
due chilometri per malga Antersasc, che appartiene a Johann Mair, un
contadino. Obiettivo: arginare lo spopolamento delle montagne garantendo
le infrastrutture ad agricoltori e allevatori. «Se una baita lavora, ha
bisogno di una strada, così come una casa necessita di una scala e di
una porta d'ingresso», questa la similitudine usata dal presidente della
Provincia, Luis Durnwalder, per motivare la decisione. E così gli operai
dell'Ispettorato forestale hanno iniziato ad abbattere i larici secolari
e a scoperchiare la terra con le ruspe. Da un giorno all'altro il
silenzio delle cime è stato spezzato da un rumoroso cantiere. Ma gli
ambientalisti non sono rimasti a guardare: nell'ultimo mese hanno
organizzato manifestazioni, assemblee, e hanno creato anche un gruppo su
Facebook (1400 adesioni). Alla fine la carta vincente l'ha giocata il
Wwf, che ha presentato un ricorso contro la delibera della giunta al
Tar. Ora è arrivata la decisione dei giudici amministrativi: stop alle
scavatrici della Provincia. «La carrozzabile - dice Costa - è solo il
pretesto per costruire un albergo a quattro stelle in futuro. Una storia
già vista». Hans Pircher, il pastore che da vent'anni prende in affitto
la malga, ammette di lavorare senza problemi utilizzando i sentieri di
montagna, ma Mair - il proprietario - sostiene di avere bisogno della
strada per curare meglio l'alpeggio. La Provincia lo appoggia e non si
ferma: i tecnici stanno già valutando i progetti alternativi.
«Accettiamo la decisione del Tar - spiega l'assessore provinciale
all'Ambiente Michl Laimer, l'unico in giunta disposto a un'apertura -.
L'iter burocratico è stato azzerato, ma studieremo una soluzione più
soft»; «Nessun compromesso, lotteremo ancora per difendere le nostre
montagne», replica Costa. La guerra di Antersasc continua. ]
Che dire?
Se non fosse una
notizia del
16 settembre 2010 letta su "La Stampa Web", direi che è un altro bel
racconto inventato da Gaetano Soriani, che conferma il fatto (purtroppo)
che i confini tra realtà e fantasia, oggi come oggi, non si saprebbe
proprio in che punto collocarli (ammesso che questi confini esistano
ancora).
Il racconto di Gaetano
ha, di conseguenza, anche il pregio di evidenziare questa sconsolante
verità.
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