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di
Gabriele Villa
Quante volte abbiamo
sentito dire che i giornali scrivono “male” di alpinismo? < TRENTO -- Uno scivolone nel vuoto, un urlo atroce, e poi lo schianto sulle rocce sottostanti. Questa la tragica sequenza dei fatti accaduti ieri sulla Via del Castiglione, nelle Pale di San Martino, dove un giovane alpinista ceco è morto mentre scalava con un connazionale. I due ragazzi, entrambi originari della Repubblica Ceca, avevano deciso di affrontare una scalata di quarto grado, di circa 300 metri, sull'enorme tavolato roccioso delle Pale di San Martino, nelle Dolomiti trentine. E' ancora mistero sulla dinamica dell'incidente. > Dalla descrizione
abbiamo ragione di ritenere che si tratti della Anticima occidentale di
Roda (2694 metri) e la via sia <
Stavano salendo lungo la via Castiglione, quando, arrivati a quota 2.500
metri il capocordata ha perso l'appiglio ed è scivolato cadendo nel
vuoto. Un volo di più di 40 metri e il violento impatto con le rocce non
gli hanno dato scampo: il ragazzo è morto sul colpo. Più fortunato di
lui il suo compagno di cordata, che pur essendo legato alla medesima fune,
al momento del tragico evento era fermo su un punto di sosta. Resosi conto
della tragedia a cui stava assistendo, grazie alla prontezza di riflessi o
forse allo spirito di sopravvivenza è riuscito ad aggrapparsi ad una
roccia che gli ha permesso di salvarsi. Non è chiaro, al momento, se i
due alpinisti fossero ben assicurati o se stessero scalando in libera.
> Inutile sottolineare
come non ci sia “prontezza di riflessi” e nemmeno “spirito di
sopravvivenza” che consenta “aggrappandosi ad una roccia” di
trattenere un volo di 40 metri.
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